Politica

Albenga, l’assessore Ciangherotti: “Suggerisco alla segreteria del Pd di smetterla di raccontare frottole”

eraldo ciangherotti

Albenga. Eraldo Ciangherotti, assessore ai servizi sociali del Comune di Albenga, dopo aver innescato la polemica relativa alla destinazione dei fondi raccolti con la lotteria della Festa Democratica, torna sull’argomento dopo la replica del segretario cittadino del Pd Alessandro Andreis.

“Era nell’aria, e ora eccola qua, la menzogna democratica – dichiara Ciangherotti -: giustificare la destinazione del ricavato della prossima lotteria di fine estate della Festa Democratica, ad Albenga, con la finalità quasi umanitaria del ‘pagamento dell’affitto’ della storica sede partitica di via Roma, quando l’alloggio ubicato al I piano del civico 26, cinque vani, dove i tesserati del centrosinistra si incontrano e fanno riunioni, è, sin dai tempi di Angelo Viveri, di proprietà degli allora Democratici di Sinistra con sede in Savona e, dal 2008, intestato alla
Fondazione Cento Fiori, con sede ad Albissola Marina, associazione costituita proprio per la salvaguardia e la valorizzazione degli immobili di proprietà dei Democratici di Sinistra”.

“E, quindi – prosegue -, un immobile, in via Roma 26, non soggetto al canone di locazione, se, come sembra, è stato acquistato negli anni ’90 dai comunisti albenganesi (oltre ad una bella esenzione dal pagamento dell’Ici, prevista per legge). Non male, cari ‘compagni’: raccogliere fondi per pagare l’affitto di un alloggio, di cui si è proprietari, rappresenta, senza dubbio, una delle idee più rivoluzionarie dell’anno”.

“A questo punto, una domanda mi sorge spontanea – afferma Ciangherotti -. Mento io che, con il mio solito buonumore, ho ironizzato sulla passione del Partito Democratico di Albenga per tutte le occasioni mondane in cui, dalle kermesse mangerecce, si possa trarre un qualche profitto, incassando dei bei bigliettoni, o mentono sapendo di mentire i dirigenti del Partito Democratico locali che, tra pochi giorni, e fino al 23 settembre, andranno per le strade di Albenga a vendere i biglietti della lotteria alla cittadinanza e ai turisti, magari dicendo loro che con i soldi ricavati verrà pagato l’affitto per la sede di partito?”.

“Non sono stato eletto dal popolo – prosegue -, ricopro come noto l’incarico di assessore esterno per aver scelto, con attenzione, il cavallo su cui puntare alle scorse amministrative del 2010, valutando i programmi dei due candidati sindaci di allora. Privo di paraocchi ideologici, mai ho avuto pregiudizi verso questo o quello schieramento, ma solo capacità di osservazione e spirito critico. È notoria, peraltro, la mia storica amicizia con Antonello Tabbò, mio dirimpettaio, alla domenica, nelle panche della parrocchia del Sacro Cuore”.

“Per questa ragione  – ricorda Ciangherotti -, vedendo l’ex sindaco agonizzante alla vigilia delle primarie tra Franceschini e Bersani del 26 ottobre 2009, mosso da carità cristiana, come sempre nella vita, decisi di aiutare un amico, convincendo una cinquantina di persone di sensibilità cattolica a turarsi il naso per sostenere la sua coalizione nell’albenganese. E sono contento di essere stato proprio io ad averlo fatto vincere all’epoca, quando, alla segreteria nazionale, da Albenga, Dario Franceschini incassò 588 voti mentre l’avversario nazionale di Tabbò, l’attuale segretario Pierluigi Bersani, ottenne solo 540 voti”.

“Da lì a sostenere che, però, io avrei voluto far parte del Partito Democratico – sottolinea -, pur di andare a braccetto con i maggiorenti della sede di via Roma, il cielo me ne scampi e liberi. Questa è proprio una ‘castroneria’ che solo chi ha seri complessi potrebbe pensare e arrivare a mettere nero su bianco: nella lista delle mie ambizioni personali, purtroppo per loro, non compare, neppure nelle ultime posizioni, l’andare a braccetto con gli eterni sconfitti e con coloro che hanno letteralmente mandato in fumo l’eredità politica di Angelo Viveri. Chi fa politica deve mettercene di tasca sua e non toglierne agli altri. Per questa ragione pensavo che ogni dirigente del Pd si autotassasse delle indennità percepite per sostenere le utenze della sede di partito. Senza considerare che dai proventi delle oltre 400 tessere di partito, ogni anno la sede di via Roma trattiene per sè ben 10 euro per ogni iscritto finalizzati alle spese della politica locale”.

“Da semplice cittadino – conclude Ciangherotti -, prima ancora che da assessore, suggerisco alla segreteria del Pd, proprietaria di casa a sua insaputa, di smetterla di raccontare frottole alla gente e di ingannare i propri tesserati e simpatizzanti, perchè questi mestieranti della politica sembrano sempre di più come quei sedicenti commercianti, che, pur di promuovere un prodotto scadente, ne mascherano i difetti fino anche a raggirare il malcapitato avventore”.

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