Cronaca

Condanna di don Luciano, associazione “Prometeo”: “Ora subito ridotto allo stato laicale. Vicenda disgustosa”

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Alassio. A meno di una settimana dalla condanna definitiva di Don Luciano Massaferro per abusi su una bambina, interviene l’associazione “Prometeo” che riunisce il coordinamento nazionale vittime pedofilia.

Il presidente Massimiliano Frassi chiede alla Diocesi competente “un segnale forte, che prosegua con i fatti le parole che il Santo Padre ha speso negli ultimi mesi a favore delle uniche vittime della pedofilia: i bambini!”.

“Il caso di Don Luciano – prosegue Frassi – è stato tra i più tristi e disgustosi che abbiano mai colpito l’intera regione italiana, soprattutto per quelle ambigue e pericolose prese di posizione che hanno messo i bambini sul banco degli imputati e fatto passare i carnefici invece come gli unici soggetti da difendere. Serve quindi un segnale forte, chiaro, immediato e soprattutto pulito”.

“È ipocrita sostenere che si attendono le motivazioni della Cassazione prima di prendere una posizione – insiste il presidente di Prometeo – Don Luciano è stato condannato in tre gradi di giudizio. E chiunque abusi di un bambino sa che immediatamente perderà quello che è il suo ruolo all’interno della società, sia egli un genitore, un maestro, un allenatore e soprattutto un prete che, abusando, sporca la fede e quella veste indegnamente portata a scapito di mille altri esempi di sacerdoti che si impegnano sinceramente per gli altri”.

“Si chiede pertanto che il signor Luciano Massaferro sia immediatamente ridotto allo stato laicale, impedendo quindi che possa tornare a lavorare con bambini, magari in un futuro nemmeno tanto lontano” conclude Frassi.

Il parroco di Alassio è stato condannato a sette anni e otto mesi di carcere (oltre all’interdizione perpetua dall’esercizio dei pubblici servizi e dei servizi a fini educativi) per aver abusato in almeno tre occasioni di un’undicenne, sua parrocchiana.

Molti i fedeli che, anche dalle pagine di Facebook, continuano a gridare all’ingiustizia e all’innocenza di chi, al contrario, non è mai stato creduto da alcun tribunale.

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