Cronaca

Operazione “Carioca”: finisce la latitanza di Serafino Fameli

Ponente. Si è arreso Serafino Fameli. Il figlio di Antonio – l’imprenditore calabrese in “odor di mafia” arrestato dalla polizia nell’ambito dell’operazione antiriciclaggio “Carioca” e al quale sono stati concessi i domiciliari – ricercato da tempo in Brasile, dopo accordi intercorsi tra il suo avvocato e gli inquirenti, si è costituito e si trova ora in Questura, per poi essere trasferito in carcere.

Due voli – da Fortaleza a Lisbona e da Lisbona a Nizza – e un arresto in frontiera, dove l’uomo è stato prelevato dagli agenti e portato in Questura a Savona. Dopo l’avvio del processo di internazionalizzazione del provvedimento di cattura, e contatti ripetuti tra il legale di Serafino e la polizia, il latitante ha fatto sapere di voler chiarire la propria posizione, anche alla luce dei gravi reati che pendono sulla sua testa. L’accusa per lui è quella di associazione a delinquere per riciclaggio di denaro in concorso col padre – con tanto di investimenti sospetti anche alle Canarie e in Brasile, non ultima nella clinica super-lusso “Salus” di Fortaleza – e intermediazione finanziaria abusiva.

Il padre, Antonio Fameli, è stato protagonista in passato di maxi inchieste della procura di Palmi prima e di Savona poi, e sospettato di appartenenza alle ‘ndrine calabresi, oltre che oggetto di un maxisequestro di beni e immobili che poi gli vennero restituiti e che, secondo i suoi legali, sono l’origine del patrimonio oggi attenzionato dalla procura.

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