Sequestro di reti spadare pericolose, il plauso dell’Enpa: “Serve vigilanza per tutelare la fauna marina”

mare

Savona. I volontari della Protezione Animali savonese si complimentano con la Capitaneria di Porto di Savona per aver sequestrato 2.400 metri di pericolose reti spadare e sanzionato il comandante dell’imbarcazione.

“Questi mezzi, lunghi fino a 30 chilometri ed alti 40 metri, utilizzati per la pesca del pescespada, proibiti dall’Unione Europea per la scarsa selettività e la crudele uccisione di migliaia di mammiferi (delfini, capodogli, balenottere, zifi, tursiopi, stenelle), sono stati dichiarati illegittimi in Italia soltanto nel 2002, dopo una dura battaglia dell’Enpa per eliminarli dopo che, assurdo tipicamente italiano, erano stati promossi e finanziati dallo stato” spiega l’Enpa in una nota.

“Auspichiamo che il governo metta a disposizione dei compartimenti marittimi le risorse ed il personale per potenziare il servizio di vigilanza in materia di pesca professionale e sportiva, settori in cui la violazione delle leggi è spesso un diffuso malcostume. C’è infatti un vergognoso mercato nascosto di vendita a ristoranti ed esercizi, sotto banco, del pescato di cosiddetti pescatori sportivi che di sportivo non hanno proprio nulla”.

“E tutto ciò in una situazione della fauna marina a dir poco tragica: malgrado un uso di tecnologia sempre più aggressiva, le catture nei mari italiani sono in declino dal 1999 e gli studiosi avvertono che il 54% dei 46 stock ittici mediterranei sono sovra-sfruttati; eppure una politica suicida delle istituzioni promuove il consumo di pesce, mentre l’Italia acquista dai mari e allevamenti stranieri il 75% del pesce che mangia. Ed invece, con la scusa della semplificazione burocratica è stato eliminato il censimento dei pescatori sportivi, recentemente introdotto su richiesta della UE, essenziale per moralizzare il settore e procedere all’applicazione di limitazioni e divieti ormai indispensabili e sempre più urgenti. Ministero e regioni continuano invece a giocare sulla pelle degli animali marini con il pescaturismo e l’ittiturismo” conclude l’Enpa.

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