“Piccione urbanizzato” e “perimetro urbano” risparmiano la multa ad un savonese

Piccioni

Savona. Una sentenza che potrebbe fare scuola e creare un precedente, di non poco conto se si considera il numero di multe elevate a Savona per somministrazione di cibo ai piccioni e di ricorsi che vi si oppongono. E’ il provvedimento con cui il giudice di pace Isabella Cocito ha accolto il ricorso di un residente del quartiere Villetta, sanzionato dai vigili per aver dato magime ai piccioni in violazione della nota ordinanza sindacale che lo proibisce.

L’uomo è stato sanzionato per 77,40 euro e si è rivolto all’avvocato Nevio Rissone, che ha inquadrato la vicenda in un preciso quadro di diritto. Il legale ha evidenziato la mancata definizione di “perimetro urbano” (così è indicata la zona nell’ordinanza del 2004, senza specificazioni), sottolineando che la stessa ordinanza si limita ad elencare soltanto le zone nelle quali è consentito somministrare cibo trattato con prodotti anticoncezionali, ovvero le piazze Saffi, Giulio II, del Popolo, Martiri della libertà, via Stalingrado, corso Mazzini (ex Italsider ora Crescent), svincolo autostradale, via Servettaz, aiuola piazzale Amburgo, corso Viglienzoni all’incrocio con corso Tardy e Benech, via Stalingrado, aiuola lato mare davanti a via Bellini alle Fornaci.

E le altre aree cittadine? Non rientrano nel concetto di “perimetro urbano”. Fra queste, la Villetta dove, tra via Famagosta e via Visca, appunto ai margini del centro cittadino, è stato sanzionato il ricorrente. Il giudice di pace ha accolto le osservazioni, annullando l’ingiunzione della polizia municipale. Nelle motivazioni della sentenza c’è quello che potrebbe diventare paradigmatico per tutti gli altri casi.

Per il giudice, l’ambito di applicazione dell’ordinanza è limitato al “perimetro urbano”, che però nessuno mai si è preso la briga di specificare topograficamente nei confini. La nozione di “perimetro urbano” non coincide con quella di “territorio comunale”. Se l’atto di erogare cibo ai piccioni viene effettuato fuori da quello che è ragionevole ritenere il perimetro urbano (che potrebbe al massimo essere definito triangolando i punti dove è permesso posizionare mangime speciale anticoncezionale) non sarebbe sanzionabile.

Nel verbale dei vigili urbani, poi, è usata l’espressione “piccione urbanizzato”, che il giudice ha ritenuto “atecnica, oltre che generica ed imprecisa”. Insomma, quanto basta per annullare il provvedimento della municipale.

“Oltre al motivo del ‘perimetro urbano’, rilevo che il giudice ha accolto anche un’altra eccezione, quella secondo cui ‘piccione urbanizzato’ non vuol dire niente – commenta l’avvocato Nevio Rissone – Subordinando la validità del verbale all’identificazione scientifica del volatile, si induce la polizia municipale ad una precisa individuazione dell’animale e, a quel punto, si potrebbe aprire la questione su quale soggetto abbia o meno la competenza o conoscenza per poter procedere alla corretta identificazione. In difetto, tutti i relativi verbali sarebbero passibili di annullamento”.

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