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Finale, il comitato anti-parco cambia nome e allarga le sue prospettive

Andrea Oliveri, Finale Ligure

Finale L. Nell’assemblea del 21 maggio il comitato anti-parco del Finalese si è trasformato, con l’approvazione del nuovo statuto, elaborato con l’aiuto del notaio dottor Lorenzo La Cava, in “Associazione anti-parco del finalese per la tutela e la valorizzazione delle Nostre Terre”, e vuole dare una nuova impronta all’attività e alle mire del nuovo soggetto.

“Pur rimanendo scopo principale la assoluta volontà di impedire la formazione sul nostro territorio di un parco e la conseguente opposizione all’istituzione di un Ente Parco, si è colto il desiderio dei nostri associati di ampliare i nostri orizzonti, facendo corrispondere i nostri interessi associativi ai nostri interessi personali legati alle nostre attività che ci legano a filo doppio con le terre da noi abitate” spiega Andrea Oliveri, presidente del rinnovato ente.

“L’interesse rinnovato dei proprietari per i loro terreni e per i loro boschi, ha significato anche la riscoperta dei sentieri tradizionali riconosciuti a catasto, che non corrispondono con nuovi sentieri presenti nei nostri comuni tracciati negli ultimi anni per interessi diversi, sicuramente leciti e come nel caso dei bikers anche benvenuti, in quanto vanno a destagionalizzare la stagione turistica oltre il semplice periodo estivo, ma che occorre regolamentare come ha provveduto a fare il comune di Finale Ligure (grazie anche al nostro contributo in costanza, impegno e idee), oltre che dal punto di vista dell’ordine pubblico, dato il numero, anche dal punto di vista del rispetto del territorio e delle proprietà private interessate” conctinua Oliveri.

“Come non si può esulare dal turismo e da tutto ciò ad esso legato, bisogna certamente parlare con la tranquillità sino ad oggi mancata anche di tutte quelle attività che sul nostro territorio si svolgono sia professionali che di svago. E’ un dato di fatto che l’agricoltura, l’allevamento, la silvicoltura e la caccia siano radicate e che sia impossibile prescindere da esse per vari motivi, non ultimo la conservazione e la salvaguardia di un territorio che soprattutto per cause ambientali sappiamo tutti essere di difficilissima gestione e conservazione. Nostro intento è mantenere questo territorio splendido e difficile, in modo che non si deteriori oltre il lecito in maniera che coloro che ci lavorano e ci vivono non abbiano da incontrare maggiori difficoltà nel quotidiano di quelle che ci si scontra al momento”.

“Oggi il pubblico ha sicuramente grossi problemi nell’intervenire in maniera pratica, quindi abbiamo la possibilità attraverso il nostro numero sempre più ampio di incidere con le nostre richieste pacate e il nostro aiuto ove lecito, dentro un dialogo leale e franco con la società civile al di fuori dei canali politici e istituzionali, pur mantenendo il rapporto dovuto con essi. Non ci proponiamo quindi solo come associazione rappresentativa di interessi diffusi, ma come associazione che legata a tutte quelle nate per rappresentare una categoria o una particolare attività, ha l’interesse di difendere attività primarie che presenti sul territorio da sempre hanno una conoscenza capillare dello stesso, oltre a essere realmente presenti in quanto da sempre residenti” conclude Oliveri.

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