Finale, i Verdi chiedono la restituzione del “Giovane Principe”: sì a nuovo “Geo-Parco Archeologico”

arene candide

Finale L. Sono passati ormai sei anni dall’interessante convegno di Archeologia che riportò alla ribalta l’importanza del “Giovane Principe”, scoperto nel 1942 nella Caverna delle Arene Candide. Il Prof. Vincenzo Formicola, del Dipartimento di Etologia, Ecologia, Evoluzione, Antropologia, dell’Università di Pisa, nell’Auditorium di S. Caterina in Finalborgo, descrisse sapientemente i dati raccolti su alcuni aspetti di questo “ Principe”, vissuto sul nostro territorio circa 25.000 anni fa, tra i quali: l’alimentazione, il modo di vestire ecc. Inoltre, presentò tutta la serie di elementi comparativi che consentirono addirittura la ricostruzione dell’antico giovane volto.

In quel convegno del 2006 venne anche fatto un annuncio di grande interesse: sul “Principe” poteva essere fatta l’analisi del dna mitocondriale (test di laboratorio ormai diffuso in molti Istituti di ricerca antropologica). Un test comparativo in grado di individuare le parentele e le discendenze di questo nostro avo finalese. Anche il Finalese potrebbe quindi avere un’ “icona” di forte richiamo turistico-culturale, come avviene per “Oetzi”, l’Uomo di Similaun, che fa del Museo di Bolzano una meta non solo di appassionati di archeologia, ma di tanti turisti curiosi e interessati alla storia locale.

“Finale ha diritto alla restituzione del “Principe delle Arene Candide”, oggi in esilio nel Museo Archeologico di Genova Pegli. Genova non può pretendere di concentrare tutti i beni culturali della Regione sul suo territorio. Il decentramento e la distribuzione equa di questi, pensiamo sia un’esigenza ormai riconosciuta da tutti” afferma il portavoce dei Verdi Gabriello Castellazzi.

“I reperti preistorici presenti nel Museo di Genova Pegli, portati via tanti anni fa da Finale per una necessità scientifica di studio presso l’Ateneo genovese erano, e sono ancora oggi, una quantità incredibile. Un decimo di questo materiale potrebbe costituire un nuovo Museo Archeologico: collane e ornamenti vari, punte musteriane in quarzite, recipienti utilizzati per la conservazione di derrate alimentari, oltre ad una quantità considerevole di resti ossei animali (orsi, rinoceronti, ecc.). Tutti oggetti ritrovati nel corso degli scavi delle numerose caverne finalesi (Grotta Pollera, Arma delle Manie ecc.) e portati a Genova. Ma oggi gran parte di questo prezioso materiale potrebbe tornare nel luogo di origine, in una sala dedicata, con ricostruzioni attente. I reperti preistorici dovrebbero essere collocati sul territorio di appartenenza, possibilmente nel contesto di un “Geo-Parco Archeologico”, perché una corretta lettura degli stessi deve essere effettuata con tutti gli elementi ambientali a disposizione” aggiunge ancora Castellazzi.

“Il Giovane Principe e il suo corredo (una cuffia di conchiglie, ciondoli e bracciali di avorio, una lama in selce di lunghezza eccezionale, quattro pale di corno d’alce forate e decorate), forse le sue insegne di comando, devono tornare a Finale Ligure e costituire, insieme all’ “Uomo di Neanderthal” scoperto nella “Grotta delle Fate” in Val Ponci, i punti forti di un nuovo “Geo-Archeo-Park” del Finalese. Elemento di interesse capace di promuovere turismo culturale per tutto l’arco dell’anno. Obiettivo da raggiungere se si vuol dare lavoro stabile ai giovani” conclude l’esponente dei Verdi.

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