Alassio. Un muro contro muro durato un’ora e mezza e poco costruttivo per tutti. Si è risolto così il discusso consiglio comunale “last minute” e a porte chiuse riunito oggi ad Alassio e che doveva affrontare la spinosa questione dell’inchiesta giudiziaria che vede coinvolti esponenti vicini all’amministrazione Avogadro, primo fra tutti l’ormai ex vice sindaco Luigi Sibelli.
Una seduta che si preannunciava rovente e che non ha deluso le aspettative, almeno a sentire i diretti interessati che si sono riuniti all’interno del parlamentino cittadino, lontano da taccuini e telecamere. “Diciamo che ci sono stati scambi di battute poco eleganti e che l’atteggiamento della maggioranza è stato imbarazzante – esordisce Angelo Galtieri del gruppo “Insieme X” – Imbarazzante perché, dopo aver fatto della legalità e della trasparenza il proprio cavallo di battaglia, oggi si rivela come un gruppo chiuso e omertoso che, invece di relazionarsi in modo cristallino con la minoranza e con i cittadini, innalza un muro su una vicenda gravissima che è di interesse pubblico”.
“Spesso si parla di omertà riferendosi a paesi del Sud che consideriamo lontani: questo invece sta avvenendo nella ‘civilissima’ Alassio – è l’affondo di Galtieri – I cittadini vogliono sapere se possono o meno fidarsi dei propri amministratori e tacere su questioni scomode non aiuta nessuno. Non trovando risposte logiche e non riscontrando oggi in amministrazione delibere da valutare ma soltanto interessi personali da difendere ho così deciso di auto- sospendermi dal mio ruolo nel consiglio in attesa di un ritorno alla discussione degli interessi della città”.
Le vicende giudiziarie sulle quali il sindaco Avogadro avrebbe dovuto riferire oggi nel corso del consiglio comunale riguardano l”inchiesta piombata sul Comune di Alassio che vede nel mirino della Procura il vicesindaco Luigi Sibelli e consorte, il dipendente comunale Luigi Tezel, l’imprenditore Igor Boscione, un fotografo e un altro geometra. Tutti accusati di aver creato una mini-organizzazione dedita alla falsificazione di atti pubblici. Le accuse contestate sono: corruzione aggravata, turbativa d’asta, falso ideologico del privato in atto pubblico, falso ideologico del pubblico ufficiale in atto pubblico, falsità in atti amministrativi, abuso edilizio, violazione vincoli paesistici.
La riunione odierna, però, si è praticamente risolta con un nulla di fatto e con un poco edificante scambio d’accuse tra maggioranza e opposizione. Durissima la reazione e il commento di Jan Casella: “Alle ore 13.25, dopo un’ora e 25 minuti di consiglio comunale convocato in seduta segreta, ho abbandonato l’aula. Ho fatto mettere agli atti che lasciavo la seduta in segno di protesta per come si era sviluppata e stava proseguendo la seduta consiliare. A nome di Sinistra Alassina avrei voluto ottenere le attese delucidazioni sulle vicende giudiziarie che hanno interessato la vita amministrativa della nostra città, e quali provvedimenti intendesse prendere la maggioranza per evitare il ripetersi di eventuali illegittimità, chiedendo inoltre al sindaco un commento politico sull’accaduto. Queste mie richieste sono state quasi totalmente eluse in quanto alcuni consiglieri di maggioranza hanno ritenuto fosse più interessante continuare ad inveire contro altri componenti di minoranza, che a mio avviso hanno completamente sbagliato l’impostazione del loro intervento: accuse generalizzate, tirando in ballo parenti di consiglieri totalmente estranei alla vicenda, hanno dato vita a una seduta a mio modo di vedere pessima, durante la quale la maleducazione e i toni sopra le righe hanno preso il sopravvento”.
“Tale situazione ha fatto sì che le mie richieste poste con fermezza, ma con educazione, abbiano ottenuto poca o nessuna attenzione – continua Casella – In questo consiglio non si doveva chiedere la testa di nessuno. Era un’occasione importantissima (e non inutile, come sostiene la maggioranza) per fare chiarezza sull’accaduto, nei limiti del possibile visto che le indagini della magistratura non sono ancora terminate. La richiesta di come intenda procedere l’amministrazione in questa vicenda era un dovere per me, sia come consigliere di opposizione che come rappresentante di cittadini che hanno ancora a cuore le sorti di Alassio. E ritengo che l’intero consiglio comunale avrebbe dovuto mostrare la dovuta attenzione al caso”.
“Il Consiglio comunale di quest’oggi, quando i rancori personali hanno preso il sopravvento sui problemi cittadini, è stata una brutta esperienza. E’ evidente che l’amministrazione sta attraversando un periodo di difficoltà, come succede purtroppo all’intera città, soprattutto al suo tessuto economico. E’ altrettanto evidente come le accuse roboanti, le affermazioni sopra le righe e pregiudiziali, avanzate da alcuni membri della minoranza, siano state un appiglio cui si è aggrappata l’amministrazione Avogadro, ben lieta – accettando la polemica – di spostare il tiro dai veri problemi della città, fatti passare ancora una volta in secondo piano” conclude Casella.