Tagli alla spesa sanitaria, a rischio nel savonese le strutture di assistenza per gli anziani

Vado - centro anziani

Savona. La riduzione della spesa sanitaria interessa direttamente anche le aziende pubbliche alla persona che operano nel territorio savonese, in quanto rappresentano la parte più significativa nella gestione di strutture residenziali, con una assistenza che vede oggi più di 500 anziani.

Con i tagli alla sanità è a rischio la futura continuità di servizi di ospitalità: “In una Provincia in cui la popolazione over 65 è in crescita costante e le liste di attesa per l’accesso alle residenze per anziani sono in continua ascesa, si pensa di fare cassa sacrificando la fascia più debole dell’utenza, quella che difficilmente riesce a riempire le piazze o a raccogliere firme: i nostri anziani, spesso ormai non autosufficienti” si legge in una nota congiunta delle Opere sociali di Savona, dell’Istituto Domenico Trincheri di Albenga, dell’Opera Pia Siccardi-Berninzoni di Spotorno, dell’Ospedale Sant’Antonio di Sassello, della Casa N.S. di Misericordia di Celle Ligure e della Casa di Riposo Suarez di Calizzano, ovvero le strutture coinvolte nella riduzione dei fondi.

“I provvedimenti in corso sono confusi e non forniscono alcuna certezza sulla continuità e sulla qualità dell’assistenza in questo campo. Si è imposto prima il fermo per tre mesi delle nuove ammissioni e poi si dichiara che sulla base della spesa sanitaria già ridotta in questo modo, verrà attuata una ulteriore riduzione della tariffa riconosciuta per l’assistenza a carico del Servizio sanitario regionale. A luglio la Regione Liguria ha stabilito tariffe, requisiti, accessi ed a pochi mesi di distanza tutto viene rimesso in discussione”.

“Siamo consci del difficile momento in cui versa l’Italia e la nostra Regione, però non possiamo che sottolineare come i provvedimenti oggi imposti nella nostra Provincia siano ben più pesanti di quelli assunti dalle altre Asl della Liguria e come la tematica relativa alla presenza degli ospedali sul nostro territorio abbia preso il sopravvento nel dibattito di questi mesi, con una forte sottovalutazione degli effetti che i tagli avranno, in questo settore, sia in termini occupazionali, che di reddito delle famiglie, che di benessere degli anziani per non tacere della spesa che i continui ricorsi al pronto soccorso ed i ricoveri che ne seguiranno vanificheranno completamente i risparmi che oggi appaio così facilmente conseguibili” prosegue la nota.

“Noi ci siamo impegnati a migliorare il nostro livello di spesa al fine di rendere più efficienti le nostre strutture anche economicamente e quindi a lavorare perché, la dove possibile, si risparmi. Chiediamo però certezze sul futuro dei nostri anziani e sul nostro, al di là dei giochi di parole che abbiamo ascoltato in queste ultime settimane”.

“Si vuole tornare alla concezione del vecchio “Ospizio” caritatevole? Non è più possibile. Tale concezione è stata superata nel tempo e oggi risulta inaccettabile. Si vogliono ridurre i posti letto disponibili? Si dica chiaramente e si definiscano criteri per le nuove convenzioni tenendo conto dell’apporto al sistema da parte delle aziende pubbliche, quindi senza fine di lucro, come le nostre e di quelle del settore privato che invece, per loro natura e missione, devono ricavare dalla propria attività un reddito”.

“Si facciano rispettare qualità, trasparenza e onnicomprensività della quota alberghiera della tariffa (già a carico delle famiglie). Si confrontino i costi dei ricoveri impropri con quelli della permanenza in strutture residenziali”.

“Chiederemo un incontro urgente con la Regione (Presidente Burlando, Assessori Montaldo e Rambaudi), per fare chiarezza, partecipare – come previsto dalla normativa – alla programmazione dei servizi, illustrare possibili azioni di contenimento dei costi. Vogliamo fare la nostra parte, in maniera attiva e responsabile, forti della nostra storia e del nostro radicamento, a difesa dei diritti di tanti anziani che vedono in noi, spesso, il rifugio per la loro vecchiaia”.

“Chiediamo alle organizzazioni sindacali, alle associazioni di tutela degli anziani e dei disabili, agli enti locali di sostenere con noi la legittima aspirazione a conoscere e partecipare al processo di ridefinizione degli obiettivi e delle modalità di assistenza agli anziani” conclude la nota.

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