Cronaca

Rene asportato a paziente durante operazione, il prof. Piccardo rompe il silenzio: “Posizione ed aspetto anomali”

Andrea Piccardo

Savona. Finora aveva preferito, rispettando la richiesta del Direttore Generale dell’Asl 2, di non rilasciare alcune dichiarazione sulla vicenda del paziente al quale secondo l’ipotesi della Procura è stato asportato un rene per errore. Il dottor Andrea Piccardo, primario di chirurgia di Cairo, adesso ha però deciso di fornire alcuni chiarimenti attraverso il suo legale, l’avvocato Elena Castagneto.

“Visto il clamore mediatico che la vicenda ha assunto, a mio giudizio ingiustificatamente, ritengo tuttavia doveroso intervenire a difesa del mio assistito esprimendo alcune semplici considerazioni. Il Prof. Piccardo, che gode di una chiara fama nazionale ed internazionale, ha salvato nel corso della sua carriera centinaia di vite, e svolto operazioni chirurgiche di altissima complessità con esito perfetto, ma di ciò nessuno ovviamente mai ha dato né darà alcuna notizia. Nello specifico caso in esame sarà il Giudice a stabilire se a carico del mio assistito vi sia o meno una responsabilità penale” si legge nella nota dell’avvocato.

“Posso tuttavia precisare – prosegue l’avvocato Castagneto – che si è manifestato un insieme di concause sfavorevoli (fra cui la dimensione della massa asportata, la sua anomala posizione, il suo anomalo aspetto ed il sovvertimento della normale anatomia) per cui il rene non era riconoscibile come tale, neanche da un chirurgo esperto come il mio assistito. Se il mio assistito abbia o meno ben agito, o se non potesse diversamente agire, sarà solo il giudizio del Tribunale a chiarirlo, unico organo competente ad emettere un giudizio di tale natura”.

“Ritengo gravissime ed inaccettabili le ripetute diffamazioni che il Prof. Piccardo ha dovuto tollerare da parte di persone che in varie forme e modalità ed in diverse occasioni lo hanno pesantemente e pubblicamente attaccato, e che si sono rese altresì responsabili di comunicazioni agli organi di stampa per ragioni di astio personale, violando la riservatezza che deve contraddistinguere chi opera in questo delicato settore e causando un grave danno non solo al mio assistito ma anche all’Asl stessa. La reazione nei confronti di tali azioni diffamatorie sarà durissima, perché incalcolabile è il danno professionale e personale derivato al mio assistito dalla ingiustificata esagerazione del caso e dal clamore che ne è conseguito” conclude la nota del difensore del medico.

La vicenda era “esplosa” in seguito alla denuncia dei familiari di un operaio albanese di 45 anni al quale era appunto stato asportato un rene nel corso di un intervento. Dalle verifiche sulle carte e dall’audizione di alcuni testimoni sarebbe emerso che il dottor Piccardo non aveva intenzione di asportare il rene, ma una “cisti da echinococco”, la cui presenza era stata rilevata sulla milza. Nessuna volontà (o decisione presa senza il consenso del paziente) quindi di intervenire sul rene, ma solo quella di rimuovere la cisti. I medici avrebbero quindi agito nella convinzione di aver operato sulla cisti (anche perché – secondo quanto riferito dai sanitari – quel rene presentava delle caratteristiche anomale che ne impedivano un chiaro riconoscimento). Con queste premesse ecco che le perizie che saranno effettuate durante l’incidente probatorio saranno fondamentali per fare chiarezza sull’operato dei medici.

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