Cronaca

Omicidio Albisola, interrogatorio dei presunti assassini: “Abbiamo rubato un motorino, ma non abbiamo ucciso”

Albisola S. “Abbiamo rubato il motorino ma non abbiamo ucciso nessuno”: con queste parole Viktor Markja, 21 anni, e Eugen Dervishi, di 25 – i presunti assassini di Rosa Vivalda, l’88enne trovata morta dopo un tentato furto nella sua abitazione di Albisola Superiore – si sono difesi davanti al pm Danilo Ceccarelli e al gip Fiorenza Giorgi nel corso dell’odierno interrogatorio in carcere.

I due albanesi arrestati il 27 dicembre scorso nell’Alessandrino dai carabinieri del reparto operativo provinciale di Savona, coadiuvati dagli agenti della Squadra Mobile di Alessandria, hanno deciso di rispondere alle domande degli inquirenti ma negando le proprie responsabilità nell’uccisione dell’anziana trovata senza vita nella casa di via De Rege.

Markja e Dervishi, oltre che dell’accusa di omicidio volontario e tentata rapina, devono rispondere anche di quella di furto di un ciclomotore: ed è proprio quest’ultima l’unica accusa per la quale i due hanno ammesso le proprie responsabilità. “Siamo venuti in Riviera per rubare un motorino e nulla più”, hanno detto.

Le celle dei telefonini hanno captato però il segnale della loro presenza nei pressi dell’abitazione di Rosa nelle ore dell’omicidio: tre ore, per la precisione, che gli albanesi hanno dichiarato di aver trascorso cercando in zona un motorino da rubare. Una versione, questa, che certamente non convince gli inquirenti.

I sospettati – difesi dagli avvocato Andrea Corso (che assiste Markja) e Alexia Cellerino (che tutela gli interessi di Dervishi) – hanno inoltre fornito indicazioni precise sul luogo in cui ritrovare il ciclomotore oggetto di furto, probabilmente nella speranza di rendere più credibile la propria testimonianza.

Markja e Dervishi, che hanno entrambi precedenti penali, erano “seguiti” da tempo dalla polizia alessandrina che stava indagando su una serie di furti in abitazione ed in esercizi commerciali. Un ruolo fondamentale per la loro individuazione e per il collegamneto con l’omicidio di Albisola è svolto dalle intercettazioni telefoniche, piuttosto concitate, avvenute nei minuti successivi al furto degenerato in omicidio.

I due sono stati arrestati pochi giorni dopo e sono state svolte le perquisizioni nelle loro abitazioni: a casa di Eugen è stata sequestrata una carabina calibro 22 con munizioni (che è risultata essere stata rubata in un’abitazione del Basso Piemonte). Oltre all’arma i militari hanno trovato anche un piede di porco che è stato immediatamente inviato agli specialisti del reparto scientifico per gli accertamenti: forma, peso e dimensione dell’oggetto infatti sono compatibili con l’arma con la quale, la notte tra il 14 e 15 dicembre scorso ad Albisola, è stata uccisa Rosa Vivalda.

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