Cronaca

No a botti di Capodanno per 830 Comuni italiani: pochi consensi tra i sindaci “nostrani”

botti

Un fine anno col botto, ma solo in senso metaforico. E’ questa la politica seguita negli ultimi anni da 830 Comuni italiani che hanno emesso ordinanze che vietano totalmente o parzialmente gli “spari” pirotecnici di Capodanno nella notte di San Silvestro. Botti che, come ricordano gli animalisti, provocano ogni anno la morte di 5000 animali – tra i quali oltre 500 cani ed altrettanti gatti – e malori anche tra malati e cardiopatici.

Nel 2012, a seguire l’esempio degli “830” dovrebbero essere altri 300 paesi, tra cui Alassio, dove il sindaco Roberto Avogadro ha lanciato una guerra simile promettendo provvedimenti ad hoc contro i cittadini dal petardo facile. La città del Muretto, che da anni si fregia del titolo di “Città degli animali” vuole così salvaguardare la salute degli amici a quattro zampe, rinunciando ad una tradizione che comunque, come sottolinea il sindaco, “non appartiene alla cultura locale”. Una decisione cui i suoi vicini di casa guardano con poco interesse.

“Rispetto le decisioni dei miei colleghi – commenta il primo cittadino di Albenga, Rosy Guarnieri – ma un’ordinanza ad hoc mi pare un po’ eccessiva. Esistono già disposizioni di legge che vietano determinati tipi di botti che possono risultare pericolosi. Noi invitiamo tutti a festeggiare la notte di Capodanno sul ponte sul Centa da dove è possibile ammirare i fuochi di artificio. Ci sarà ovviamente una sorveglianza adeguata per impedire episodi spiacevoli, ma non è mia intenzione prendere provvedimenti simili a quelli annunciati da Avogadro”.

Dello stesso parere il collega di Andora, Franco Floris: “Esiste un problema per gli animali, è vero, ma nella nostra cittadina è davvero ridotto. Non ci sono mai stati segnalati casi preoccupanti per cui non adotterò alcuna politica ‘anti-botto’. Anche dal punto di vista del rischio incendi, bisogna fare molta attenzione ma, allo stesso tempo, mi pare davvero improbabile che un solo petardo possa causare un rogo devastante come quello di Vado Ligure”.

Per non correre rischi, comunque, il sindaco di Varazze, Giovanni Delfino, ha messo le mani ricordando, con un avviso alla cittadinanza, che è vietato accendere fuochi in prossimità delle zone boschive e vietando l’accensione di razzi e botti in particolare nelle zone periferiche e collinari.

Sì ad un Capodanno “scintillante” anche per il Comune di Loano, ovviamente senza esagerazioni di stampo partenopeo: “Invito tutti il primo gennaio alle ore 18 sul lungomare di Loano per i fuochi d’artificio. Petardi e simili non sono vietati e non ho intenzione di ‘seguire’ Avogadro. E’ pacifico che parlo di botti legali, chi spara ‘razzi’ non consentiti ne risponderà davanti alla legge”, precisa il primo cittadino Luigi Pignocca.

Un 31 dicembre “luminoso”, e rumoroso, anche in Darsena a Savona dove l’assessore Paolo Apicella parla di una “questione che non è all’ordine del giorno” dal momento che a Savona “non si sono mai registrati problemi legati a fuochi e spari pirotecnici”.

Ad ogni modo, entro la fine dell’anno dovrebbero essere oltre 1200 i Comuni che si doteranno di ordinanze di questo tipo: la maggior parte si trova nel centro-nord Italia, e la provincia più virtuosa, al momento, è quella di Bergamo. Quella meno “sensibile” al problema, neanche a dirlo, è Napoli che, con “o Spred” – un botto illegale che una volta lanciato forma uno zigzag in cielo con tanto di scia luminosa – saluterà il nuovo anno.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.