Biennale di Venezia, il savonese Gian Genta fa il bis: sarà anche al Padiglione Italia di Torino

Gian Genta

Savona. L’artista savonese Gian Genta sarà nuovamente alla Biennale di Venezia. Genta è stato infatti invitato a partecipare anche a “L’Arte non è Cosa Nostra”, la mostra organizzata per il 150° dell’Unità d’Italia e curata da Vittorio Sgarbi per il padiglione Italia di Torino. La mostra sarà inaugurata il 17 dicembre alle ore 19, nella Sala Nervi del Palazzo delle Esposizioni, alla presenza di tutte le autorità che porteranno il saluto delle istituzioni dopo l’intervento del direttore del Padiglione Italia. L’esposizione resterà aperta fino al 30 gennaio 2012.

Un apposito comitato tecnico scientifico composto da scrittori, poeti, registi, scienziati e uomini di pensiero e una commissione di studio ha raccolto e valutato il lavoro di migliaia di artisti, al fine di individuare e scegliere quelli più rappresentativi e interessanti. Gli Artisti e le opere esposte in questa mostra sono stati selezionati dalla commissione presieduta dal prof. Vittorio Sgarbi che ha voluto quest’evento d’importanza internazionale con l’obiettivo di valorizzare il gran patrimonio culturale italiano.

Al momento, come dato certo, è che sono pronti, per la kermesse torinese, almeno 500 nominativi, scelti per la maggior parte da Vittorio Sgarbi, con l’ausilio di un team composto da Luca Beatrice, Martina Corgnati, Enzo Biffi Gentili sotto la direzione artistica della Dr.ssa Giorgia Cassini. Gian Genta è appunto uno degli artisti selezionati e invitati alla Biennale.

L’artista Savonese, dopo aver esposto nel precedente Padiglione Italia di Milano della Biennale di Venezia 2011, per l’ultima tappa ufficiale, presenterà nella sala Nervi di Torino, in anteprima, la sua nuova installazione “La Quintessenza” una tela intonaco con interventi in acrilico di cm100x200 insieme alla stessa opera riprodotta e realizzata in ceramica nel 2007.

Gian Genta scultore e scrittore 67 anni è nato Savona dove risiede. Assiduo frequentatore dei circoli e della mitica scuola artistica Albissolese del Bar Testa e di Pozzo Garitta fin dagli ani 60-70 ha sempre rifiutato ogni principio accademico sia per soddisfare la ragione dei suoi errori, sia per non sentirsi strozzato dalla gratitudine verso un qualche maestro. Fondamentale è stata la sperimentazione con la creta, prima presso la bottega di Turi d’Albisola ed in seguito presso l’atelier di Sandro Soravia che ancora oggi lo ospita per la cottura delle sue ceramiche.

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