Asl, Neirotti: “I quattro ospedali rimangono, ma diversificati: il sacrificio è fare qualche chilometro”

Flavio Neirotti

Savona. A pochi giorni dal nuovo anno il direttore generale dell’Asl 2 Flavio Neirotti consolida la linea della “austerity”. “E’ evidente come le risorse per la sanità si siano assottigliate – ribadisce – Dal 2010 tutto è cambiato, nel 2011 la situazione è peggiorata e per il 2012 il quadro delle finanze è ancora più fosco. E’ triste dirlo, ma i tagli colpiscono non solo il sistema sanitario provinciale, ma l’intero nazionale. Rassicuro sul fatto, però, che i quattro ospedali provinciali rimarranno”.

Eliminare doppioni, focalizzare l’offerta specializzando. “Nel Piano Strutturale del 2012 abbiamo già incluso il processo di diversificazione, con i due poli di levante e di ponente, San Paolo e Santa Corona, completati da Cairo e Albenga. Savona e Pietra rimarranno il riferimento per urgenza ed emergenza con i rispettivi bacini, mentre Cairo svilupperà la sua vocazione nella Day Surgery, sulla quale in questi anni abbiamo già investito aumentando le specialità; il Santa Maria di Misericordia ad Albenga va verso una struttura d’elezione con parte chirurgica e ortopedica complementari al nosocomio pietrese”.

Il manager dell’Asl non si sbilancia su quello che sarà, perché la partita a inizio anno si gioca in Regione e molto dipenderà dalla volontà di Burlando-Montaldo, a partire dalla riclassificazione del pronto soccorso cairese per “zona disagiata”, vissuta dal territorio come un declassamento. “Applicherò quello che deciderà il consiglio regionale” commenta Neirotti.

Nonostante le proteste di lavoratori del comparto, sindacati e comitati, il piano “dimagrante” sarà attuato per tamponare l’emorragia di 28 milioni di euro: saltano 13 reparti ospedalieri e 130 posti letto. “Il Piano non compromette la qualità dei servizi. Chiediamo ai pazienti e alle famiglie, in questo momento difficile, di spostarsi di qualche chilometro per trovare, comunque, i servizi necessari, come avviene nelle grandi città” dice Neirotti.

Neirotti torna poi a sottolineare l’apprezzamento per l’idea progettuale del nuovo Santa Corona, elaborata da Palazzo Golli. “L’idea del monoblocco da 180 milioni è stata accantonata per ovvi problemi di risorse – afferma – E’ importante la soluzione intermedia formulata dal Comune e ringrazione per la scelta di alienare parte del territorio ospedaliero: con 50 milioni di euro avremo un ammodernamento dell’esistente, concentrato sulla parte di levante. Vedremo per la ricollocazione dell’elisuperficie”.

Niente di nuovo sul fronte del nuovo San Paolo, sul quale, anzi, Neirotti frena: “Si può vedere come procedano i lavori, a partire dal nuovo reparto-gioiello al terzo piano per la Day Surgery. L’Asl ha investito grazie alle risorse degli anni scorsi. Il San Paolo ha una validità di sicurezza totale, per pazienti e operatori, di alcuni anni. Quindi si parla di un decennio, probabilmente. Quando si farà il nuovo ospedale, si valuteranno le ipotesi di localizzazione, compresa quella di Legino”.

“Se ne parlerà in maniera concreta in futuro – osserva altrettanto il direttore della S.C. di Reumatologia del San Paolo, dottor Francesco Versace – E non vedo nessuna contrapposizione definita tra San Paolo e Santa Corona. Né c’è bisogno di alleanze tra primari, ma piuttosto di una discussione aperta tra tutti per identificare e valutare le esigenze”.

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