Cronaca

Alassio, nuove povertà: gli appelli inascoltati di Mario Riboldi

comune alassio

Alassio. La parola “crisi” che occupa tante pagine dei giornali e riempie le bocche dei politici, non ha alcun significato per Mario Riboldi e per chi, come lui, vive in uno stato di emergenza perenne. Il suo nemico numero uno, semmai, è l’indifferenza: quella che, a suo dire, le istituzioni gli riserverebbero ogni volta che si rivolge ad esse per chiedere aiuto.

Il regalo natalizio più atteso da Mario – 56 anni, ex artigiano di Mondovì in difficoltà economica anche per la chiusura della propria ditta e residente ad Alassio – è quello di un contributo per mantenere una famiglia difficile: una moglie costretta su una sedia a rotelle dalla sclerosi multipla e una figlia ancora giovane, alla quale è stata diagnosticata l’epilessia. Molti gli “sos” lanciati al Comune di Alassio – che, dal canto suo, parla di aiuti concessi sotto forma di pacchi alimentari che, però, non andrebbero a risolvere una situazione che comporta il pagamento di pesanti spese mediche – alla Consulta Regionale per la tutela dei diritti della Persona Handicappata, al Difensore Civico della Regione Liguria, alla Procura della Repubblica di Savona.

“La verità è che siamo stati abbandonati da tutti – dice il signor Mario che, in questi giorni, ha scritto nuovamente al dottor Lalla, difensore civico della Regione Liguria – Zero aiuti alla mia famiglia, né per ottenere una casa né di tipo infermieristico. Per le istituzioni siamo morti”.

Riboldi vive a Solva in una casa poco adatta ad una persona con forti difficoltà di deambulazione come la moglie. “Abbiamo chiesto ai Servizi sociali di pagarci almeno le bollette, perché non ce la facciamo, e siamo incappati in trafile burocratiche che non riesco a seguire visto che ogni giorno accompagno i miei famigliari in ospedale. Per questo Natale vorremmo solo una vita più dignitosa. I pacchi alimentari non ci servono: avremmo bisogno di farmaci e aiuti economici per far fronte alle spese mediche. E anche di un avvocato che prenda a cuore la nostra situazione e ci dia una mano”.

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