Economia

Balneari con sdraio e ombrelloni a Bruxelles: sì dall’UE a rivedere direttiva

Liguria. Bruxelles riceve e accoglie oltre 100 balneari, provenienti da tutta Italia e anche dalla Liguria in una manifestazione pacifica tenuta davanti a Palazzo Berlaymont, con sdraio, ombrelloni e persino un ‘pattino di salvataggio’ nella place Schuman, tra le sedi della Commissione e del Consiglio Ue, per dire “no alle aste, sì alla deroga” alla direttiva Bolkenstein che liberalizza i servizi in Europa e vieta il rinnovo automatico delle concessione demaniali, imponendo che queste vengano messe all’asta ogni sette anni.

Una delegazione è stata ricevuta da Mr Martin Frohn, Deputy Head of Unit, e da Mr Kramer, legal Officer Unit 1 Business to Consumer Services Internal Market and Service della Commissione Europea.

Con stupore dei Parlamentari Europei è venuto alla luce che nessun rappresentante del Governo italiano ha mai esposto loro il problema. Mr Frohn si è reso disponibilissimo a trovare una soluzione poiché l’obiettivo della Comunità Europea è quello di salvaguardare le piccole medie imprese come le 30.000 aziende familiari italiane che operano nel settore turistico balneare.

Adesso tocca al governo italiano rappresentare e difendere tutti gli stabilimenti balneari del paese affinché venga decretata la definitiva uscita dalla Bolkestein. Soddisfazione tra i balneari che hanno ottenuto una prima vittoria direttamente dalla Comunità Europea.

Prima dell’incontro la delegazione dei balneari è stata ricevuta dagli eurodeputati Debora Serracchiani e Leonardo Domenici (Pd) e Carlo Fidanza e Lara Comi (Pdl). “La direttiva – ha detto la senatrice – non tiene conto della specificità della situazione italiana, dove le imprese sono tutte molto piccole. Attualmente non hanno più certezza di impresa. Con la conseguenza che gli investimenti sono bloccati, 30mila aziende, 300mila lavoratori e l’intero turismo balneare sono a rischio”.

Per il parziale recepimento della direttiva sui servizi, che risale al 2004, l’Italia è sotto procedura di infrazione. In un tentativo di soluzione il governo aveva proposto che le concessioni avessero durata di 90 anni, ipotesi seccamente respinta da Bruxelles. Ma, secondo quanto ha riferito la Serracchiani, nell’incontro di oggi “é emerso che nella direttiva ci sono margini di manovra”.

“Ma ora – ha detto l’eurodeputata Pd – l’importante è che prima di tutto si chiuda la procedura di infrazione. In questo senso la palla e- nel campo del governo italiano”. Dal canto suo Domenici ha osservato che “se si apre un tavolo, è ragionevole pensare che si possa trovare una soluzione” alla specificità del settore balneare in Italia.

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