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Operazione “Gambling”, bancarotta fraudolenta per ditta di videopoker: in manette il titolare

Cairo M. L’operazione “Gambling”, portata avanti da carabinieri e uomini della guardia di finanza valbormidesi, fa un nuovo passo in avanti. E’ stato infatti arrestato, con l’accusa di bancarotta fraudolenta, Durando Sauro, 52 anni, titolare della ditta A.M.S. Video Srl che era stata preventivamente sequestrata nel maggio scorso. I sigilli all’azienda, che si occupa della gestione e della distribuzione delle macchinette videopoker in Liguria e nel basso Piemonte, situata a Millesimo, erano stati disposti al temine di una serie di accertamenti fiscali durante i quali era stato dimostrato che la ditta era in realtà un braccio della “Bar Games”, finita nel mirino degli inquirenti un anno fa.

Diverse le persone che erano state indagate nell’ambito dell’indagine, condotta appunto congiuntamente da carabinieri e guardia di finanza e coordinata dal sostituto procuratore Ubaldo Pelosi, che si era concentrata su tutte le attività e gli affari riconducibili alla famiglia Durando di cui il titolare, Sauro Durando, era appunto il principale indagato. La guardia di finanza di Savona aveva accertato che la A.M.S. Video avrebbe sottratto alla società concessionaria ingenti somme del cosiddetto “prelievo unico erariale” spettante per le attività slot machine sottoposte a Monopolio di Stato.

“Un’operazione che già nel mese di maggio aveva portato al sequestro della ditta A.M.S. Video Srl e che ora ha fatto un ulteriore passo avanti con l’arresto di Durando Sauro che è considerato uno degli autori di tutta la truffa ai danni dello stato” ha ribadito il Comandante dei carabinieri di Cairo Carlo Caci. “In realtà questa è un’indagine che nasce da lontano perché il signor Sauro nel tempo ha creato società che poi ha condotto, attraverso quelle che noi chiamiamo le teste di legno, nella gestione delle attività che ruotavano intorno alle macchinette videopoker in Liguria. L’attività però non era finalizzata al buon esito delle operazioni aziendali quanto al fatto di incamerare grossi introiti per poi sottrarsi al pagamento del Preu e crearsi così delle grosse disponibilità utilizzate per avere un tenore di vita elevatissimo” ha proseguito il capitano della guardia di finanza di Savona, Pietro Antonio Cetta.

Secondo una prima stima si parla di una truffa da un milione di euro. Il debito nei confronti dell’erario della A.M.S. Video Srl, ad ora, è stato comunque saldato quasi per intero grazie alla gestione del dottor Silvio Auxilia, nominato curatore fallimentare dell’azienda. Tra gli indizi che hanno portato i finanzieri e i carabinieri a smascherare l’attività illecita, l’alto tenore di vita condotto dallo stesso Durando e da altre persone indagate, utilizzate spesso come dei prestanome negli affari della famiglia. Durando, ad esempio, si era costruito all’interno del capannone (commettendo pure un abuso edilizio), un lussuoso appartamento di 300 mq con tanto di vasca idromassaggio e comfort a cinque stelle.

Secondo la ricostruzione degli investigatori, la nascita della A.M.S. Video è stata possibile grazie alla “distrazione” del patrimonio della “Bar Games” a suo tempo sequestrata ereditandone i beni, i dipendenti e tutta la struttura aziendale. Per l’azienda, del valore di 1 milione di euro e con un volume di incassi di 900mila euro l’anno, e al fine di tutelare il personale dipendente, lo scorso maggio, era stato nominato appunto come curatore fallimentare Silvio Auxilia. Oltre 200 le macchinette a disposizione per il noleggio da parte della società valbormidese distribuite in ben 70 esercizi sparsi tra Basso Piemonte, Valbormida e le Riviere liguri di Ponente e Levante.

“Si è trattato di un’ottima operazione in quanto ha salvaguardato gli interessi dei dipendenti della ditta, 8 in tutto, e di un’attività molto redditizia e che quindi può portare nelle casse dello Stato somme notevoli. L’operazione comunque non la consideriamo conclusa perché in ogni caso, anche attraverso altre persone, la famiglia Durando appare proprietaria di ingenti beni che sicuramente non sono solo frutto di una genuina attività” conclude il comandante Pietro Antonio Cetta.

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