Cronaca

Discarica di rifiuti a Campochiesa: il Comune accelera sulla richiesta firmata Fazzari

Campochiesa (Albenga) - ingresso in paese

Albenga. L’amministrazione comunale di Albenga si avvia ad approvare il progetto per la realizzazione di una discarica di rifiuti inerti in regione Morteo, a Campochiesa. Quantomeno l’orientamento dell’esecutivo guidato da Rosy Guarnieri prevede che l’opera vada in porto e anzi, per agevolarne la costruzione, il Comune ha dichiarato l’utilità pubblica della strada vicinale, parallela a quella che attraversa il borgo della frazione, così da consentire i lavori senza disagi per la popolazione di Campochiesa.

A richiedere di piazzare una discarica in regione Morteo è la Samoter Srl, che fa capo a Rita Fazzari, su aree che risultano della stessa società. Il procedimento autorizzativo in passato era stato contestato dal Wwf. Ma, soprattutto, la Fazzari, amministratore unico della Samoter, è nota per aver abitato nella villa dell’omonima famiglia all’interno della altrettanto omonima cava di Borghetto Santo Spirito. Il fabbricato in quello che era stato battezzato il “cimitero dei veleni” l’anno scorso è stato colpito da un’ordinanza di sgombero firmata dal sindaco Santiago Vacca.

Vent’anni fa la cava Fazzari era stata al centro di un’inchiesta che portò alla luce un agglomerato di bidoni contenenti rifiuti tossici, migliaia, con conseguente necessità di super costosa bonifica, poi rivelatasi miliardaria secondo le vecchie lire. All’epoca dell’indagine venne imputato Francesco Fazzari, in seguito deceduto, mentre il processo si concluse con la condanna in secondo grado del figlio Filippo. Nel contesto investigativo venne anche scoperta la villa completamente abusiva, abitata da Rita Fazzari e dal marito. Poi lo sgombero ordinato dalle autorità. L’ordinanza è stata impugnata davanti al Tar della Liguria, dove è tuttora pendente.

La giunta del Comune ingauno si riserva valutazioni più approfondite su quella che sarà la progettazione definitiva della discarica di Campochiesa, che soggiace alla Valutazione di Impatto Ambientale regionale. Ma le azioni propedeutiche alla realizzazione del sito sono già state prese: l’ente ha dichiarato la pubblica utilità della strada vicinale, acquisendola al patrimonio collettivo, perché serva al transito dei veicoli senza turbare la pace degli abitanti della frazione. Già preoccupato, invece, chi spulcia tra le traiettorie di interesse, i legami e le ascendenze per identificare possibili “infiltrazioni” nel ciclo dei rifiuti, materia che ispirerà non pochi osservatori del fenomeno.

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