Economia

Tirreno Power, Burlando: “La scelta più difficile del mio mandato, l’opzione zero era impossibile”

Vado Ligure. Il governatore Claudio Burlando, oggi in visita alla redazione di Genova24.it, il gemello di IVG.it dedicato al capoluogo regionale, ha svolto una riflessione approfondita sul via libera all’ammodernamento della centrale termoelettrica di Vado, all’indomani della conferenza dei servizi romana che si è rivelata un punto di svolta per l’annosa trattativa sul progetto di Tirreno Power.

“Era impossibile l’opzione zero, anche perché non decidere avrebbe significato tenersi due gruppi a carbone vecchi di quarant’anni e molto inquinanti e il parco carbone scoperto, quindi un danno ambientale colossale – afferma Burlando – Invece adesso avremo nel giro di pochissimi anni il carbonile coperto, AIA seria sui due gruppi esistenti e, quando la nuova unità entrerà in funzione, si spegnerà il primo gruppo vecchio per rifarlo. Nel giro di nove anni ci saranno impianti soltanto Ultra Super Critici, cioè modernamente tecnologici e con emissioni estremamente basse”.

“I sindaci hanno compreso che la Regione ha fatto uno sforzo per ascoltarli: sono stati coinvolti, chiedendo loro di capire il nostro lavoro – prosegue il presidente della Regione – E’ chiaro che dal punto di vista degli abitanti è preferibile non avere lì quel genere di attività. Ma dal punto di vista di chi cerca lavoro o di chi guarda al futuro della Liguria, o anche delle aziende dell’indotto, il discorso cambia. Se riusciremo a difendere gli stabilimenti produttivi di Fincantieri e se riusciremo a mettere un’attività più forte accanto ai pannelli fotovoltaici in Ferrania, allora le principali tensioni di questi anni difficili saranno affrontate bene. Sarà quindi possibile immaginare che la Liguria cresca anche dal punto di vista industriale. Del resto, il primo trimestre di quest’anno in cui gli occupati dell’industria sono cresciuti è un buon segnale: dopo anni di decrescita occupazionale è il preannuncio di una nuova strada”.

La delibera di giunta, sposata dalla conferenza dei servizi, consente all’azienda energetica la realizzazione di un nuovo gruppo a carbone da 460 MW modello VL6. Con l’apertura del cantiere dovrà essere completata, entro due anni, la copertura dei parchi carbone. All’entrata in esercizio del nuovo gruppo, dovrà essere demolita una delle due vecchie unità modello VL3 da 330 MW e, dopo l’abbattimento, potrà essere realizzata una nuova unità di pari potenza con gli stessi limiti di emissioni definiti per la VL6. L’autorizzazione, inoltre, chiede all’azienda che sia demolita al nono anno la seconda sezione a carbone VL4. Soltanto in quel momento, a condizioni ambientali verificate, ci potrà eventualmente essere la possibilità di un terzo gruppo.

“I più convinti del lavoro svolto su Tirreno Power sono stati i dirigenti del settore ambientale – spiega Burlando – E’ chiaro che il livello di inquinamento di nuove turbine e caldaie non è paragonabile a quello attuale, quindi dai dati e dai parametri è emerso subito come evidente il salto di qualità. Se poi aggiungiamo la copertura dei parchi carbone, esposti al vento di mare con un impatto terrificante sul territorio, l’operazione appare come necessaria nell’ottica di salvaguardare l’ambiente, e i suoi valori non negoziabili, e l’occupazione. Quindi il miglioramento è molto netto”.

Rimangono le resistenze di trincea dei sindaci di Vado Ligure e Quiliano insieme a quelle di associazioni e comitati ambientalisti, da sempre contrari a qualsiasi tipo di autorizzazione. “Capisco che i cittadini di Vado e Quiliano possano essere contrari totalmente alla presenza della centrale, ma non era nella nostra facoltà chiudere un impianto produttivo” afferma il presidente regionale, proseguendo: “Quello che potevamo fare era stabilire l’adeguamento all’AIA, che è comunque prevista per legge. La copertura dei parchi carbone, poi, in Italia è facoltativa, mentre ora con la nostra delibera diventa una condizione obbligatoria per l’azienda”.

“Governare vuol dire anche fare scelte difficili – aggiunge Burlando – Penso che questa fosse la scelta più difficile degli ultimi cinque anni di governo regionale e ritengo che l’abbiamo affrontata con grande fermezza. Penso che anche l’azienda abbia capito che senza questo accordo si sarebbe aperta una fase complicata, con una tensione ambientale, dei Comuni, dei cittadini e anche della Regione, molto alta. Invece siamo riusciti ad ottenere una centrale moderna e molto meno inquinante, che porterà sul territorio un investimento superiore al miliardo di euro”.

“L’ambiente – dice Burlando – è da tutelare con la massima attenzione, ma nello stesso tempo dobbiamo comprendere che in questa regione si deve rafforzare l’attività industriale, altrimenti per i giovani rimane solo la fuga e questo è inaccettabile. Dobbiamo consolidare e richiamare attività produttive. E non credo che il problema della Liguria sia la debolezza della politica, anzi credo che il reale problema sia legato alla debolezza della struttura produttiva. Negli anni abbiamo perso pezzi: dimensione, numero di addetti, fatturato delle imprese industriali sono diminuiti. E’ storicamente debole la presenza di imprese private. Quindi dobbiamo consolidare le aziende esistenti e attrarne un po’ di nuove”. “Tutto ciò che possiamo fare trovando accordi e soluzioni per non scendere ulteriormente sotto un Pil industriale già basso, che è intorno al 20%, bisogna farlo comprendendo che sulle necessità ambientali bisogna trovate sempre punti di equilibrio” conclude il presidente della Regione.

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