Regione. In Liguria il rapporto dei posti letto delle seconde case è di 4 a 1 rispetto agli alberghi. Quello che è un dato noto a tutti per sensazione, è anche incluso nelle statistiche precise dei report della Regione. Si tratta di un mercato che per lo più sfugge al controllo istituzionale. “Mentre per le strutture ricettive in Liguria gli arrivi sono 3 milioni e mezzo e 14 milioni le presenze, le seconde case registrano 12 milioni di arrivi e 53 milioni di presenze” spiega Angelo Berlangieri, assessore regionale al turismo, che questa mattina ha fatto il punto sull’osservatorio che monitora il settore.
Prosegue Berlangieri: “La concorrenza è sleale nella misura in cui non esiste un quadro chiaro sull’affitto degli appartamenti ammobiliari ad uso turistico e quindi permane una situazione oscura di imprese. Di qui la necessità di favorire l’emersione, anche se è una strada difficile da percorrere. Ma ci sono anzitutto due strumenti. Da una parte lo strumento statale della cedolare secca, che consente a chi affitta un appartamento di contare su un’aliquota fissa che sostitituisce il resto dell’imposizione fiscale e, quindi, incoraggia la trasparenza delle locazioni. Dall’altra parte c’è la legge regionale del 2008 che determina, per chi vuole affittare, l’obbligo di una dichiarazione al Comune che, se non fatta, prevede una sanzione, e l’obbligo di mettere sul mercato alloggi con caratteristiche di qualità e almeno decorose”.
“Dallo strumento fiscale agevolativo e alle altre misure – aggiunge l’assessore – tutte le soluzioni devono portare a rendere più chiaro l’affitto di appartamenti ad uso turistico, anche con possibili sinergie tra diversi soggetti”. L’esempio attuale è quello di Lavagna, dove la Consulta per il Turismo ha organizzato un consorzio che mette assieme albergatori e agenti immobiliari. “E’ un modello – specifica Berlangieri – che nasce dall’idea di valorizzare gli immobili privati che rimangono chiusi per lunga parte dell’anno: tra imprenditori alberghieri e mediatori immobiliari si trovano possibilità di condivisione, che vanno dal servizio di portineria a quello di pulizia alla ristorazione”.
“L’importante è che le seconde case siano decorosi nella qualità, emergano e vengano affittate secondo canali ufficiali per evitare la concorrenza sleale con il mondo imprenditoriale – conclude l’assessore al turismo, che frena sulla eventualità di classificazione – Personalmente sono tanto sul modello delle stelle imposte per legge, ma piuttosto su quello dell’autocertificazione, del club di prodotto e della dichiarazione autoqualitativa”.
Marco Marchese, vicepresidente dell’Unione Provinciale Albergatori di Savona, puntualizza: “Non vogliamo demonizzare le seconde case, che fanno parte della filiera turistica e anzi producono i tre quarti delle presenze in Liguria. Chiediamo però che emergano e siano introdotte in un sistema trasparente, per non creare concorrenza sleale verso gli alberghi e le residenze turistico-alberghiere. Così anche le seconde case potranno far parte della rete imprenditoriale turistica vera e propria”.