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Savona, minacce con coltello a testimone per farlo ritrattare: 33enne a giudizio

Savona Tribunale

Savona. Aveva “cantato” con i carabinieri facendo alcuni nomi e, di fatto, permettendo ai militari di arrestare tre extracomunitari marocchini e algerini che arrivavano da Genova e spacciavano eroina a Savona. L’atteggiamento “collaborativo” dello straniero, F.B., non è però andato giù agli spacciatori finiti in manette ed, in particolare, alla convivente di uno di loro, Carmelina Iaria. Per convicere l’uomo a ritrattare la versione fornita agli investigatori, la donna avrebbe infatti convinto due amici, Pietro Gagliardi e Davide Grillone, 33 anni, a minacciarlo. Prima solo a parole e poi, visto che F.B. non si lasciava convincere, la sera del 17 luglio 2007, in via Paleocapa, anche con un coltello puntato alla gola.

La vittima delle minacce, a quel punto, aveva così deciso di denunciare tutto ai carabinieri. I militari, preoccupati che le intimidazioni e le minacce potessero continuare e diventare anche più violente, avevano messo i tre in manette. Per i due uomini, nelle ordinanze di custodia cautelare, veniva contestato il concorso in violenza privata. Per la donna, invece, l’accusa era anche di detenzione e spaccio di stupefacenti. Per quell’episodio, questa mattina, in tribunale a Savona, a giudizio c’era Davide Grillone (Gagliardi aveva già patteggiato un anno e otto mesi per il reato, mentre la Iaria, in abbreviato, per le due accuse, era stata condannata a tre anni e seimila euro di multa).

In aula, come testimone, oltre ad un militare, è stata sentita la vittima che ha confermato tutto: “Mi hanno minacciato più volte, mi dicevano ‘infame’ e che mi avrebbero fatto di tutto se non ritrattavo” ha spiegato al giudice. Al termine delle audizioni il processo è stato rinviato al prossimo 17 ottobre per la discussione e, salvo sorprese, la sentenza.

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