Cronaca

Motopeschereccio fermato nelle acque di Varigotti: sequestrati pescato e reti

Capitaneria di porto

Varigotti. Si conclude oggi l’operazione complessa sull’intera filiera della pesca denominata “Onda d’urto”, disposta e coordinata, su tutto il territorio nazionale, dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto.

I nuclei ispettivi pesca della Guardia Costiera di Savona e degli uffici marittimi da essa dipendenti (Alassio, Loano, Andora, Varazze e Finale Ligure) hanno effettuato controlli a 360 gradi sulle unità da pesca, in mare aperto e all’arrivo presso le banchine portuali, nei luoghi di commercializzazione, all’ingrosso e al minuto, dei prodotti ittici e presso i ristoranti che inseriscono il pescato nei propri menu.

Sono continuate le accurate ispezioni delle attrezzature da pesca, in base alle recenti nuove norme comunitarie che hanno allargato le dimensioni minime delle maglie delle reti; numerosi poi i controlli presso i punti vendita al dettaglio e all’ingrosso di prodotti ittici e presso i ristoranti, prevalentemente indirizzati a contrastare le eventuali frodi a danno dei consumatori, che vengono realizzate somministrando pesce congelato al posto di quello fresco, prodotti meno pregiati con la denominazione di quelli di maggior valore economico e nutrizionale, oppure omettendo di fornire, attraverso le previste etichette, tutte le indicazioni necessarie per conoscere provenienza e modalità di pesca degli esemplari posti in vendita (la cosiddetta tracciabilità).

L’operazione “Onda d’urto”, organizzata proprio in coincidenza con le festività natalizie, durante le quali il consumo di pesce cresce al pari dei prezzi praticati dai commercianti, ha visto impegnati una trentina di uomini e donne della Guardia Costiera savonese, che hanno operato nelle località del litorale e anche in Val Bormida e a Torino. Complessivamente sono state effettuate 145 ispezioni, che hanno permesso di accertare 17 rilevanti violazioni della normativa nazionale e comunitaria.

In quattro casi è scattata la comunicazione di notizia di reato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Savona per frode in commercio a carico di tre ristoratori delle due Albissole e del proprietario di una pescheria di Finale Ligure, tutti “pizzicati” a vendere o cucinare pesce congelato facendolo passare per fresco e anche a vendere al posto del baccalà indicato sull’etichetta un prodotto poco pregiato; dieci invece le infrazioni amministrative per violazione di norme sull’etichettatura e la tracciabilità dei prodotti ittici, per un totale di circa 44000 euro a carico dei trasgressori.

Le sanzioni più pesanti hanno colpito tre importanti ditte a livello nazionale di prodotti surgelati e confezionati, alle quali è stata contestata la fattispecie della pubblicità ingannevole: si erano inventate la denominazione “caviale di salmone” per le comuni uova dell’omonimo pesce, che nulla hanno a che fare con il pregiatissimo storione, e definivano genericamente filetti di merluzzo e nasello prodotti atlantici di prezzo e qualità nettamente inferiori, omettendo di indicare, come previsto, almeno la denominazione scientifica del pesce sulla confezione. La pubblicità ingannevole è la più grave delle infrazioni contemplate nell’ambito della normativa sulla tracciabilità a tutela dei consumatori, e prevede da sola una sanzione minima di 6000 euro.

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