Cronaca

“Dumper”, 2 ore di interrogatorio per Drocchi: “Ho preso i soldi ma li ho investiti tutti nel Riviera”

Savona. Più di due ore. Tanto è durato l’interrogatorio di Roberto Drocchi, funzionario del Comune di Vado Ligure e presidente del Riviera Basket, arrestato con le accuse di corruzione continuata, falsità in atti pubblici ed occultamento di documenti contabili. Davanti al giudice per le indagini preliminari Fiorenza Giorgi l’ingegnere, assistito dal suo legale Fausto Mazzitelli, ha ammesso di aver ricevuto soldi in “nero” da Andrea Balaclava e in forma di sponsorizzazione da Pietro Fotia. Denaro che, ha specificato Drocchi, ha investito per intero nella società di basket. Non un euro sarebbe quindi finito nelle sue tasche. Il funzionario del Comune vadese però, pur ammettendo di aver ricevuto i soldi, non avrebbe ammesso di aver intascato mazzette per assegnare dei lavori.

“I lavori erano tutti di somma urgenza e sono stati assegnati con regolarità” sarebbe il senso delle parole pronunciate in carcere dal presidente del Riviera Basket. Sul perché molti dei lavori siano finiti alla Scavo Ter l’ingegnere avrebbe spiegato che succedeva visto che l’azienda di Fotia aveva i mezzi adeguati a certe tipologie di lavori: nessuno scambio di favori quindi, secondo l’indagato.

Come è stata spiegata le irregolarità nei documenti contabili della società sportiva? Drocchi ha detto di aver sempre registrato tutti i soldi che sono entrati nel Riviera Basket ma, al momento di presentare il bilancio, di aver dichiarato cifre differenti al solo scopo di restare entro una certo limite di ricavi dagli sponsor. Insomma nella società entrava una certa cifra ma a bilancio ne finiva un’altra, molto inferiore.

Drocchi avrebbe anche annunciato la volontà di collaborare con i magistrati. Per ora resta in carcere in attesa di un nuovo interrogatorio che si terrà davanti al sostituto procuratore della Repubblica, Ubaldo Pelosi, la prossima settimana. L’imprenditore Pietro Fotia, titolare della Scavo Ter (al centro di diverse direttrici d’indagine nei cantieri savonesi), difeso dal legale Emi Roseo e dall’avvocato Carlo Biondi, si è invece avvalso della facoltà di non rispondere.

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