Cronaca

Controlli Guardia Costiera, sequestrati 17 kg di pesce avariato e rete illegale

Guardia costiera

Savona. Si sono intensificati lungo tutto il litorale della provincia di Savona i controlli dei nuclei operativi difesa mare e delle motovedette della Guardia Costiera, al termine di una settimana che, complice anche il bel tempo, ha rappresentato l’avvio della fase preparatoria di quella operazione denominata “mare sicuro” che caratterizza ogni anno, nella stagione estiva, l’attività delle Capitanerie di Porto.

I militari della guardia costiera hanno iniziato controlli a scopo preventivo sugli arenili, dove è in pieno svolgimento l’attività elioterapica; i nuclei ispettivi pesca hanno continuato la loro costante attività volta soprattutto alla tutela dei consumatori, ottenendo un importante risultato a Torino dove, presso un mercato rionale, sono stati sequestrati, in concorso con i veterinari della locale Asl, 17 kg di pesce avariato che veniva comunque messo in vendita.

Il personale della motovedetta CP 863 della Capitaneria di Savona ha inoltre individuato e sequestrato una rete da posta, tipo barracuda, che era stata posizionata, probabilmente da un diportista, all’interno del porto di Varazze. La rete è stata salpata dai militari che hanno proceduto contro ignoti; salvo rari casi regolamentati in cui può essere svolta con la sola canna, la pesca in porto è di norma vietata sia per ragioni igieniche sia perche la presenza di attrezzi come la rete da posta può rappresentare un elemento di pericolo per la sicurezza della navigazione.

Sempre numerosi i pescatori sportivi che – via mail o sottoscrivendo un’apposita istanza in Capitaneria – hanno regolarizzato la propria attività dichiarandola ai fini del censimento del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali; sono ormai più di 400.000 in tutta Italia coloro che hanno ottenuto il tesserino per poter svolgere in mare l’attività di pesca sportiva/ricreativa, divenuto obbligatorio il 1° maggio scorso. Per chi viene sorpreso senza tesserino, ricordiamo, scatta la diffida a regolarizzare entro 10 giorni la propria posizione, interrompendo nel mentre l’attività di pesca, poi, a seguire per chi non si adegua, pesanti sanzioni da 1000 euro.

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