Cronaca

Truffe ad anziani, intercettazioni difficili da trascrivere perché in dialetto: nominato altro perito

tribunale Savona

Savona. Nuova udienza questa mattina, davanti al Collegio dei Giudici del Tribunale di Savona, per il processo che vede a giudizio tredici persone per una serie di truffe ad anziani compiute tra 2004 e 2006 a Savona, Genova e sulla Riviera con il sistema del «finto lascito». Alla sbarra, tra gli altri, c’è anche Luigi Verri, condannato a vent’anni per l’uccisione del questore Arrigo Molinari. Verri, cinquantenne, di Toirano, e’ accusato di aver fatto da “sentinella” in un episodio avvenuto a Varazze nel 2004: avrebbe in sostanza fatto da palo per i complici che nel frattempo cercavano di raggirare un anziano fingendosi chi medico, chi facoltoso imprenditore straniero.

Un sistema, che secondo il capo d’imputazione “chilometrico”, sarebbe stato ripetuto almeno 68 volte. Secondo l’accusa il gruppo agiva come una vera e propria banda, che sarebbe stata capeggiata da Carmelo Barberi, cinquantenne, di Messina ma residente a Borghetto. Messinesi o comunque siciliani, di nascita o d’origine, alcuni degli altri imputati: Antonino Barberi, 37 anni, Alfonso Bonansinga, 48 anni, Salvatore Burgio alias “Sentenza”, 67 anni, di Licata, Antonino Giorgianni alias “Nino l’americano»”, 62 anni, Carmelo Patti, 47 anni, Stellario Sciarrone, 51 anni.

Oltre a questi a giudizio sono finiti anche Osvaldo Capello, 65 anni, di Torre Pellice ma residente a Loano (l’uomo che la scorsa settimana, insieme ad un complice, è finito in manette per una truffa ai danni di una signora di Imperia), Giuseppe De Lorenzo di 30 anni, torinese residente a Ceriale, Antonino Gagliostro, 37 anni, di Loano, Ezio Mezzano, di Torino, 59 anni, Franco Rinero, 57 anni, di Torino. Questa mattina il Collegio dei Giudici e il pm Giovanni Battista Ferro hanno deciso di nominare un nuovo consulente di parte che sia in grado di trascrivere alcune intercettazioni ambientali sulle quali si costruisce l’ipotesi accusatoria.

Nelle intercettazioni infatti gli imputati comunicano in dialetto (siciliano e piemontese) ed il precedente perito ha incontrato non poche difficoltà per comprendere che cosa dicessero i protagonisti delle conversazioni. Data l’importanza delle trascrizioni, per rafforzare l’ipotesi accusatoria, i giudici hanno così deciso di nominare un nuovo esperto.La prossima udienza è prevista per il 16 maggio prossimo.

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