Liguria, accoglienza profughi: si fanno avanti le famiglie. Assessore Sorgini: “A Savona c’è diffidenza”

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Liguria. Mentre la discussione, in Liguria ma non solo, verte sulle modalità di accoglienza e sui luoghi e sui costi che comuni e associazioni dovranno sostenere per far fronte all’emergenza profughi, l’assessorato regionale ai servizi sociali ha ricevuto le prime richieste da parte di alcuni privati cittadini liguri disponibili all’accoglienza.

Le email di offerta sono arrivate in Regione già ieri mattina, e dopo la sorpresa e un paio di telefonate per verificarne la veridicità sono state archiviate.

Al momento sarebbero due le persone che hanno confermato la volontà di ospitare presso la propria abitazione altrettanti nuclei famigliari. Altre persone hanno contattato telefonicamente gli uffici dell’assessorato per chiedere informazioni e modalità ventilando l’ipotesi di poter accogliere singoli individui.

“In Comune non abbiamo per ora ricevuto nessuna segnalazione da parte di cittadini disposti ad ospitare profughi nelle proprie case, a Savona c’è parecchia diffidenza” ha detto al telefono ad IVG. it l’assessore alle politiche sociali Isabella Sorgini.

In questa situazione di assenza di un piano nazionale che stabilisca, per esempio, il rimborso economico che verrà riconosciuto dallo Stato alle amministrazioni che si faranno carico dell’emergenza e le modalità dell’accoglienza e del controllo, in molti ambienti si vocifera di una possibile speculazione sui costi.

Ma c’é anche da scommettere che nel caso in cui si apra la possibilità di accoglienza anche da parte di privati nasceranno problemi di ordine pubblico diffusi. Infatti come accetteranno i condomini di un palazzo in centro l’idea che un paio di profughi siano ospitati nel loro palazzo?

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