Savona. Si è chiuso questa mattina, in Tribunale a Savona, il processo per direttissima che vedeva sul banco degli imputati Luisa Orefice, 49 anni, e Patrizia Davide, di 43, entrambe napoletane, arrestate lo scorso febbraio dai carabinieri con l’accusa di tentata truffa e falsificazione di documenti. Le due donne, assistite dall’avvocato Sara Poggi, hanno scelto la via del rito abbreviato: la Orefice (incensurata) è stata condannata ad un anno e tre mesi di reclusione (con la sospensione condizionale della pena), mentre la Davide, che aveva già dei precedenti, a due anni.
Secondo l’accusa le due donne si sono presentate in alcuni autosaloni di Savona (le concessionarie Fiat, Mercedes e Citroen di via Nizza) nel tentativo di raggirarne i responsabili, cercando di acquistare vetture esibendo documenti falsi. Carte d’identità, tessere sanitarie e perfino delle buste paga che certificavano che una delle due donne era dipendente del Ministero della Giustizia facevano parte dell'”arsenale” di documenti che le truffatrici usavano per completare transazioni e accedere a finanziamenti con l’intenzione di comprare auto.
La truffa è stata però scoperta prima che le due fossero riuscite ad entrare effetivamente in possesso di una vettura. A fermarle sono stati gli uomini dell’Arma che le hanno sorprese nella zona della stazione ferroviaria. La segnalazione riguardo alla loro presenza nei tre autosaloni è arrivata dal carabiniere di quartiere, anche alla luce di un episodio analogo avvenuto proprio presso la concessionaria Fiat di via Nizza lo scorso anno.