Cronaca

Tentato omicidio di Cairo: domani Formica davanti al gip

Cairo Montenotte. Sarà interrogato domattina in tribunale Josè Francisco Galvis Formica, il cinquantenne italo-colombiano che ieri ha trasformato la sede dei Servizi Sociali di Cairo in un set dell’orrore. L’uomo comparirà davanti al gip Fiorenza Giorgi per rispondere di tentato omicidio premeditato. In passato, il tribunale savonese non ha ricevuto segnalazioni sulla necessità di un trattamento psichiatrico obbligatorio per l’uomo, comunque già noto alle forze dell’ordine, e smentisce che l’ufficio socio-assistenziale valbormidese abbia inviato richieste di TSO.

Formica avrebbe agito per vendetta, spinto dal rancore per la sottrazione dei figli di 10 e 16 anni assegnati ad un centro d’accoglienza. Armato di machete si è scagliato contro Veronica Meinero, 27 anni, assistente sociale che seguiva da tempo il suo caso. Solo il provvidenziale intervento dell’assessore Giovanni Ligorio e di altre quattro persone, che hanno disarmato l’aggressore nononstante la sua furia, ha scongiurato il peggio.

L’assistente sociale è riuscita a ripararsi il volto con il braccio, ricavandone la frattura dell’ulna, ma la lama del machete l’ha raggiunta tra scapola e collo aprendogli ferite sanguinose. Se però l’arma avesse raggiunto la carotide, il colpo si sarebbe rivelato fatale. L’uomo ha agito con premeditazione, per gli inquirenti “è evidente”: con sé aveva anche un falcetto agricolo nella tasca dei pantaloni e un coltello da cucina nella giacca. Intorno alle 8,30 di ieri si aggirava fuori della sede, come a studiare l’irruzione, poi l’ingresso repentino nel locale e nello stanzino delle fotocopiatrici dove intorno alle 9,15 si è avventato contro la giovane Meinero.

La situazione di Formica, separato dalla moglie con la quale aveva violenti dissidi domestici, è da tempo nota a Cairo Montenotte. Nessuno si sarebbe però aspettato una reazione così brutale. Sebbene ieri fosse trapelata la notizia di una richiesta di trattamento obbligatorio da parte dei Servizi Sociali, oggi il tribunale di Savona ha negato di aver mai ricevuto atti formali che chiedessero un TSO per l’italo-colombiano.

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