Cronaca

La riabilitazione di Kubica. Il dottor Massone: “Paziente ideale”, il dottor Checchia: “Circondato dall’affetto”

Pietra Ligure. Se l’affetto dei suoi sostenitori sportivi non gli manca, anche quello di medici e infermieri non è da meno. “Robert è un ragazzo capace di dare molto umanamente e un paziente ideale, che risponde ai trattamenti con il giusto feedback” sottolinea il professor Antonino Massone, direttore dell’Unità Spinale Unipolare del Santa Corona, dove il pilota della Lotus Renault sta affrontando i primi passi della riabilitazione. “Ci siamo legati con affetto a Robert, al di là del rigore scientifico con cui svolgiamo la nostra professione, perché è una persona che dà molto sul piano umano” conferma il professor Giovanni Antonio Checchia, primario della Rieducazione Funzionale.

Le due strutture lavorano congiuntamente sulla terapia riabilitativa organizzata per il driver di F1, che mostra un progressivo miglioramento del quadro clinico. “Si tratta di una fase ancora complessa – spiega il dottor Massone – Attendiamo ancora la definitiva stabilizzazione clinica e metabolica. Kubica ha reagito bene, stiamo monitorando tutti gli indici che si rivelano buoni. Il percorso è comunque ancora piuttosto lungo per la riabilitazione”.

“Siamo in conttato con i colleghi di Savona specialisti nella riabilitazione della mano – dice il professor Checchia – E’ sicuramente un esempio di coordinamento sanitario. Ci adeguiamo alle condizioni del paziente, che possono mutare giorno per giorno, con il supporto degli ortopedici e i colleghi della terapia del dolore; ci concentriamo non solo sugli arti colpiti, ma in questa face focalizziamo anche l’attenzione sul ricondizionamento generale dell’organismo”.

Il team riabilitativo si interfaccia quotidianamente con gli specialisti ortopedici (dottori Lanza e Rossello), che, come è noto, hanno operato sul paziente per la risoluzione chirurgica degli esiti di frattura, ma anche con gli specialisti infettivologi (dottor Riccio), i medici della rianimazione (dottor Barabino) e gli specialisti della terapia del dolore (dottor Bertolotto). Abbandonato il supporto nutrizionale endovena, il pilota “è in grado di seguire una dieta bilanciata coerente con le esigenze metaboliche del momento” evidenzia il bollettino medico.

“E’ il paziente ideale – afferma il dottor Massone – Non c’è una schema prestabilito nel trattamento kinesiterapico ed è il paziente che deve affrontare attivamente un percorso condiviso: Kubica lo sta facendo nel modo giusto. La nostra struttura è il veicolo che lo porta nella direzione riabilitativa e siamo in grado di portarlo sino al termine di questo percorso. Sarà il suo team a decidere se finire qui la terapia o meno, in ogni caso noi mettiamo le basi perché anche un eventuale altro centro possa proseguire il trattamento”.

Il terribile incidente di rally alle Ronde di Andora ha devastato soprattutto l’avambraccio destro e la mano del corridore. “E’ presto per fare previsioni sui tempi di un recupero completo della mano – osserva il dottor Checchia – Bisogna attendere. Certo è che tutte le fratture sono state sanate. La volontà del paziente è determinante e Kubica sa reagire bene. E’ una persona a cui ci siamo affezionati, molto, così come alla sua fidanzata che lo assiste. E’ circondato dall’affetto”.

La riabilitazione intensiva “potrebbe proseguire per due mesi dall’evento acuto” chiarisce il professor Massone, che aggiunge: “Se si parla invece di riabilitazione estensiva, potrebbero occorrere dai 6 agli 8 mesi”.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.