Cronaca

Incidente di Robert Kubica, i medici: “Una settimana per vedere se la mano sopravvive”

Pietra Ligure. “Bisogna aspettare almeno una settimana per verificare se la mano sopravvive”. Questo il primo commento del professor Igor Rossello al termine dell’operazione che ha condotto sull’arto destro di Robert Kubica all’ospedale Santa Corona. Nella migliore delle ipotesi il ventiseienne pilota della Lotus Renault tornerà ad usare il braccio destro soltanto tra un anno. L’arto è rimasto tranciato in due punti: soltanto in extremis lo staff medico ha scongiurato l’amputazione, riuscendo nel delicato intervento di ricostruzione dell’impianto osseo, di vascolarizzazione e di riconnessione dei tessuti.

L’intervento è durato oltre sette ore, effettuato dall’equipe del professor Rossello, specialista del centro chirurgia della mano del San Paolo di Savona. In sala operatoria anche il dottor Riccardo Ceccarelli, medico della scuderia di Kubica. L’automobilista resterà nel nosocomio di Pietra Ligure a lungo, presumibilmente, mentre la prognosi rimarrà riservata per almeno una settimana. Nei prossimi giorni i medici valuteranno le condizioni di vascolarizzazione della mano e del braccio destro del corridore.

“Sono le lesioni nervose quelle che più di tutte ci lasciano un interrogativo sul recupero funzionale” afferma il professor Rossello. “Anche il percorso di riabilitazione sarà relativamente lungo, probabilmente un anno – ha detto all’uscita della sala operatoria – Inoltre è arrivato politraumatizzato, con molte lesioni associate. Non è necessario che sulla mano occarra intervenire nuovamente per apportare correttivi, qualora si ritenessero necessari”.

Ancora nessua previsione sulla possibilità di un ritorno in Formula Uno, comunque rimandato al momento del pieno recupero funzionale. “Nannini ce l’ha fatta” sottolinea Igor Rossello, ricordando l’amputazione dell’avambraccio di Alessandro Nannini. Ma il decorso operatorio dipende da molti fattori.

L’incidente è avvenuto questa mattina intorno alle 9, nel Comune di Testico, su un falsopiano in località San Lorenzo. Dopo 4,6 km dall’inizio della prima prova speciale del Ronde di Andora, Kubica ha perso il controllo della propria Skoda Fabia S2000. Probabilmente a causa dell’asfalto viscido e della sede stradale resa irregolare dalla radice di un albero, in un tratto misto-veloce.

La vettura ha urtato il guardrail, è rimbalzata ed è finita contro la cuspide della barriera metallica a bordo strada, che ha letteralmente trapassato la carrozzeria rendendola un cartoccio in una frazione di secondo. Illeso il copilota Jacub Gerber. Le condizioni del corridore polacco ventiseienne, invece, sono apparse subito gravi e, liberato dalle lamiere dai vigili del fuoco, è stato trasportato all’ospedale Santa Corona di Pietra. Qui in serata è arrivato anche Fernando Alonso per seguire le condizioni dell’amico Kubica.

Sgomento e preoccupazione hanno investito la squadra della Lotus Renault (scuderia nella quale Kubica è approdato l’anno scorso proveniente dalla Bmw Sauber). “Robert è una persona a cui vogliamo molto bene, siamo estremamente tristi e ovviamente scioccati – ha detto il team principal Eric Boulier, che ha anche voluto dissipare ogni malinteso sulla partecipazione di Kubica ai rally: “Che sia una Lotus, una Renault o una Skoda non cambia nulla. Non c’è una logica legata al business. L’abbiamo lasciato fare perché il rally è nel suo suo cuore. Il rally è vitale per Robert e per io suo equilibrio. A parte questo c’è un accordo reciproco. Conoscevamo i rischi e anche lui. Non volevamo un pilota robot o corporate”.

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