Cronaca

Furti d’auto e in appartamento, due albanesi a giudizio: patteggiano

tribunale Savona

Savona. Erano accusati di aver messo a segno una quindicina di furti e, nel settembre scorso, erano finiti in manette. Ora due albanesi Gentyan Hasani, 28 anni, e Krestnik Lika, 36 anni, entrambi irregolari sul territorio italiano, hanno patteggiato davanti al gup Fiorenza Giorgi, al termine dell’udienza preliminare, una pena di due anni e 800 euro di multa. Condanna che i due albanesi, che dovevano rispondere dell’accusa di furto aggravato in concorso, hanno però convertito con una sanzione amministrativa: un’espulsione di dieci anni dallo Stato italiano.

Insieme a loro a giudizio era finito anche un terzo connazionale, Ilir Hasani, del ’74, ma nel corso dell’udienza la sua posizione è stata stralciata e gli atti sono stati trasmessi al pubblico ministero per valutare un’istanza di patteggiamento.

Secondo l’indagine che era stata condotta dai militari i Gentyan Hasani e Krestnik Lika, che risiedevano in un appartamento di Vado Ligure (base operativa), sono i responsabili di 15 furti in appartamento, tre furti di auto ed uno di un ciclomotore Piaggio, oltre a due tentati furti. Tutti episodi che hanno riguardato il savonese ma anche l’imperiese dal luglio dello scorso anno.

Gli albanesi, considerati veri professionisti del furto, erano stati intercettati sulla via Aurelia a Savona, dopo che avevano messo a segno l’ultimo colpo a Borghetto Santo Spirito. Nella loro auto, una Mercedes scura, già segnalata più volte ai carabinieri, era stato rinvenuto del denaro contante.

I carabinieri dopo l’arresto erano anche riusciti a risalire alle tre auto rubate: una Mini Couper rubata a Borgetto Santo Spirito, una Fiat Punto rubata a Celle Ligure e una Bmw rubata a Spotorno. La mappa geografica della serie di furti messi a segno dai due albanesi è così composta: 4 a Borghetto Santo Spirito, 3 a Spotorno, 4 a Loano, 1 a Ceriale, 1 a Pietra Ligure, 1 a Celle Ligure e uno a Diano Castello. I due tentativi di furto sono invece avvenuti ad Ortovero e San Bartolomeo al Mare. Gran parte della refurtiva è stata recuperata dagli uomini dell’Arma: si tratta di oggetti preziosi e prodotti elettronici di vario genere.

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