Cronaca

Dodici chirurghi per Robert Kubica: ha già mosso le dita della mano

Pietra Ligure. Un’èquipe composta da dodici chirurghi, più il personale di supporto: tutti impegnati nel salvare la vita, gli arti e la carriera di Robert Kubica, arrivato al Santa Corona di Pietra Ligure in condizioni gravissime, con le ossa di una gamba politraumatizzate, una rotula tagliata e, soprattutto, l’avambraccio destro con un’amputazione subtotale. Ad oggi, i risultati sono incoraggianti: il pilota polacco ha riaperto gli occhi, ha le funzioni cerebrali perfettamente funzionanti e l’avambraccio, reciso in più punti nell’incidente di ieri durante una gara di rally sulle alture andoresi, che risponde alle cure pur essendo un “segmento privo di vita” da poche ore riattaccato.

Un’operazione di sette ore che i medici del Trauma Center di Pietra Ligure hanno descritto nelle sue difficili fasi. “Il paziente è arrivato presentando un trauma estremamente complesso, con lesioni a più livelli: la nostra prima preoccupazione è stata quella di tenere in vita l’arto, e si tratta di un traguardo che abbiamo raggiunto – spiega il professor Igor Rossello, specialista del centro chirurgia della mano del San Paolo di Savona, che ha operato il campione di Formula Uno – La mano si mostra calda, vascolarizzata e non è gonfia. La seconda parte dell’intervento ha riguardato la ricostruzione dell’anatomia dell’arto, visto che i tendini erano completamente recisi. Poi siamo passati a tamponare le lesioni nervose e siamo riusciti a recuperare i due principali nervi della mano, anch’essi recisi. Oggi ho medicato Robert e la mano è, al momento, in ottime condizioni al punto che il paziente è stato in grado di eseguire dei semplici movimenti delle dita, il che fa ben sperare. Vedremo l’evoluzione. Al momento è difficile fare previsioni”.

Ma erano molti i traumi da affrontare, oltre alla mano. “Kubica riportava una frattura poliframmentaria alla gamba – spiega il dottor Lanza, primario di Ortopedia al Santa Corona – oltre alle fratture al gomito, spalla e in altre zone. Ovviamente abbiamo dovuto dare delle priorità agli interventi: il paziente ne dovrà subire altri. Nelle previsioni più ottimistiche ci vorranno 4 mesi affinchè l’osso della gamba guarisca”. Il pilota resterà in terapia intensiva per 24/48 ore. Al momento è troppo debole per un eventuale trasferimento in un’altra struttura, ammesso che voglia affidarsi alle cure di un altro staff e di un altro ospedale.

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