Albenga. Domani, alle 17,30, presso la sala conferenze del terzo piano di Palazzo Oddo ad Albenga, si terrà un incontro di approfondimento sulla tragedia delle foibe e sul dramma dell’esodo degli italiani giuliano-dalmati; interverranno il Senatore Lucio Toth, presidente nazionale dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia ed il Prof. Pier Franco Quaglieni, Presidente della Società Internazionale di Storia Contemporanea.
“La celebrazione del Giorno del Ricordo nel mese di febbraio, considerato solennità civile, è stabilita dalla Legge 30 marzo 2004, n° 92, al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra” spiega il Presidente della Palazzo Oddo Srl Alessandro Chirivì che aggiunge: “La Città di Albenga, per la prima volta si accinge a ricordare solennemente quel dramma con un evento culturale di livello nazionale, ospitando alcuni tra i massimi conoscitori a livello nazionale di quelle vicende e portando alla conoscenza della città un doveroso approfondimento di una delle pagine più oscure e drammatiche del novecento”.
Così commenta l’incontro il professor Pier Franco Quaglieni: “Il dramma delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata non va strumentalizzato politicamente, ma non va neppure rimosso, perchè il Giorno del Ricordo, votato quasi all’unanimità dal Parlamento italiano, deve indurci a rileggere senza settarismi la storia della II guerra mondiale, del confine orientale e del trattato di pace firmato a Parigi il 10 febbraio 1947. Con quel trattato, parte della Venezia Giulia, l’Istria e la Dalmazia passarono alla Jugoslavia, costringendo 350.000 italiani ad abbondonare le loro terre; 15.000 italiani tra il ’43 e il ’45 finirono nelle foibe. Oggi si tratta di riflettere con serenità, ma anche con spirito di verità, su vicende che il processo di unificazione europea ci porta a considerare in una dimensione diversa rispetto ai confini nazionali del passato. Ma non si può neppure dimenticare un passato che diventa difficile archiviare”.