Tassa soggiorno: il dissenso di Albergatori, Federalberghi e associazioni turismo

Noli, la spiaggia e le barche

“Gli albergatori sono molto arrabbiati: non è pensabile di inserire una nuova tassa che andrebbe pesantemente a gravare sulle spalle di un’industria già fortemente provata dalla crisi e dalla mancanza di una seria e lungimirante politica di sostegno”. A parlare è Elena David, presidente di Confindustria Aica. Aica e Confindustria Alberghi rappresentano molti gli hotel di fascia medio-alta, ovvero i 4 e i 5 stelle, e soprattutto le catene alberghiere italiane e straniere e i franchising.

“Una tassa come questa contribuirebbe in modo decisivo ad affossare i conti economici degli operatori turistico alberghieri, da un lato e, dall’altro – rileva David – a indebolire ulteriormente la già scarsa competitività del prodotto Italia rispetto ai concorrenti esteri. Il prossimo biennio sarà decisivo nello stabilire se il turismo potrà passare dall’essere potenzialmente una leva di ripresa economica all’essere una leva reale di rilancio dell’immagine e dell’economia italiana, e certo questa tassa non rappresenta un passo in questa direzione”. Confindustria Aica condivide la protesta prevista per il 17 marzo da parte degli albergatori aderenti a Federalberghi “ma il nostro sarà uno sciopero bianco”, precisa David, perché “non volgiamo creare disagi ai nostri turisti. Quel giorno metteremo una coccarda tricolore, segno dell’ appartenenza ad un Paese che tuttavia non mostra di credere alla nostra attività che dà lavoro ad oltre un milione di persone. Manifesteremo in questo modo la nostra disapprovazione. Con Federalberghi – conclude David – siamo uniti nella lotta, ma poi ognuno ha la sua storia e le sue forme per esprimersi”.

“Quella che sembra prendere quota, è semplicemente una nuova tassa su chi viaggia e pernotta fuori casa non solo per vacanza, ma anche per lavoro o per motivi di salute” sottolinea il presidente di Federalberghi-Confturismo, Bernabò Bocca. “Una tassa del genere, richiesta dai Comuni e favorita dal Governo – spiega – rischia di servire solo a ripianare le languenti casse municipali e potrebbe infierire il colpo mortale a quelle migliaia di imprese ricettive che dopo due anni di crisi drammatica, senza alcun piano strategico di rilancio dell’immagine turistica dell’Italia nel mondo e senza alcun intervento di sostegno, dovrebbero subire supinamente un aggravio del tutto privo di logica finalizzata al settore”. Secondo Bocca, “una tassa del genere colpisce unicamente le imprese ricettive, creando ulteriori danni all’economia del Paese ed all’occupazione, che nel solo 2010 ha subito una flessione del 2,4% di lavoratori. Condividiamo la necessità che il Paese si modernizzi e l’avvento del federalismo fiscale è sicuramente un passaggio fondamentale, ma non possiamo non stigmatizzare come la strada imboccata dal Governo e dalla Bicamerale sul federalismo sia un angusto vicolo cieco, contro il quale – conclude Bocca – rischia di andare a sbattere uno dei pochi settori realmente produttivi”.

 “Tassa di soggiorno? No grazie! Non é questo il federalismo che serve al turismo e al Paese”: le tre associazioni di categoria Confindustria Hospitality, Federalbeghi-Confturismo e Assoturismo, si uniscono per richiamare l’attenzione degli italiani su quella che definiscono “l’ingiusta tassa di soggiorno”. “Il turismo va sostenuto non penalizzato. Fai sentire la tua voce”, scrivono le tre associazioni, le quali spiegano che la nuova tassa “grava sui cittadini che pernottano fuori casa per lavoro o per vacanza e penalizza le imprese. Il turismo lavora per l’Italia, crea il 10% del PIL nazionale ed occupa il 10% della forza lavoro. Lo si colpisce con un inutile balzello bloccandolo proprio ora che è pronto a sostenere la ripresa dell’economia”. “Il turismo – sostengono le tre associazioni del turismo – rappresenta uno dei pochi settori strategici rimasti al nostro Paese e sulle aziende turistiche già gravano costi estremamente elevati per il lavoro, l’energia, l’iva, oltre ad altre innumerevoli imposte che rendono le imprese del settore molto meno concorrenziali rispetto a quelle di altri Paesi; la tassazione media delle imprese turistiche in Italia é del 31% contro una media in Europa pari al 24%. Questo nuova imposta rappresenta una facile soluzione per ripianare i bilanci comunali ma colpisce un settore produttivo che si trova a vivere un momento delicato e difficile, oltre che i viaggiatori italiani e stranieri”.

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