Federalismo: attesa per l’incontro Calderoli-Anci

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Liguria. E’ in programma per domani, lunedì 24 gennaio, alle ore 13, l’atteso incontro tra il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli e una delegazione dell’Anci. La riunione si svolgerà al ministero dell’Economia ma non è ancora chiaro se parteciperà il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. E’ certo comunque che si cercherà di chiudere il cerchio per arrivare al varo definitivo del testo sul federalismo municipale sul quale l’ultimo Consiglio dei ministri ha concesso una proroga di una settimana, dopo le osservazioni mosse dai comuni.

Per la verità per andare avanti il governo non avrebbe bisogno, tecnicamente, del sì dei comuni: anche con il parere negativo dell’Anci il decreto potrebbe proseguire il suo iter. Tuttavia, così come è avvenuto finora per il decreto sul federalismo fiscale regionale, il governo tenterà di ottenere il sì dei primi cittadini: una riforma federale che li veda mettersi di traverso non sarebbe politicamente accettabile. E i primi cittadini sembrano comunque intenzionati a non mollare rispetto alle richieste che hanno avanzato nel corso dell’ufficio di presidenza di giovedì scorso. E’ innanzitutto l’Imu, l’imposta municipale unica, quella a cui tengono e chiedono che sia lo stesso decreto sul federalismo a fissare l’aliquota di applicazione e che questa sia tenuta ferma per tre anni.

“E impensabile che si possano stabilire le aliquote Imu anno per anno – ha detto oggi il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che ha definito ‘decisivo’ l’incontro di domani – dobbiamo avere una aliquota fissa, un punto di riferimento certo, in modo che i Comuni possano fare la loro programmazione finanziaria senza dipendere esclusivamente dal Tesoro”. “Altro punto essenziale – chiarisce Tore Cherchi, responsabile della Finanza locale dell’Anci – è che la crescita o la variazione del gettito siano nella competenza delle amministrazioni comunali. Inoltre è vero che bisogna uscire dal criterio della spesa storica, ma serve uno stretto ancoraggio con la definizione dei fabbisogni standard”. C’é poi la delicata questione della perequazione: nei decreti, accusa Cherchi, non viene rispettata la legge delega che dice che questa deve essere alimentata dalla fiscalità generale. I primi cittadini ricordano che l’ultima manovra di luglio ha tagliato loro 2 miliardi e mezzo di risorse e che anche i mancati introiti legati alla abolizione dell’Ici sulla prima casa non sono stati del tutto restituiti dallo Stato ai comuni: la partita è rimasta aperta per circa 300 milioni di euro a danno delle amministrazioni comunali.

Quanto a Tarsu e Tia “é riconosciuto che c’é un guazzabuglio giuridico, una confusione seria che bisogna chiarire, sostiene Cherchi, secondo il qual, inoltre, si deve poter variare l’addizionale Irpef, al momento bloccata. Ultima questione, la tassa di soggiorno “non si comprende perché debbano poterla introdurre solo alcuni comuni”, dicono alcuni sindaci. Si vedrà domani se e a quali richieste dei comuni il governo sarà disposto a fare delle sostanziali aperture.

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