Cronaca

Alassio, nuove povertà: continuano le peripezie di Mario Riboldi

"caso" Riboldi Mario contro Comune Alassio

Alassio. Mario Riboldi si presenta con un plico di fogli in mano. La sua paura è quella di non essere creduto, e così si fa forza con i papiri che ha per documentare una situazione che ormai definisce insostenibile. Si tratta della corrispondenza fra la sua famiglia e le istituzioni alle quali si è rivolta per chiedere aiuto: al Comune di Alassio innanzitutto, ma anche alla Consulta Regionale per la tutela dei diritti della Persona Handicappata, al Difensore Civico della Regione Liguria, alla Procura della Repubblica di Savona. “Ma finora è stato tutto inutile”, dice il signor Mario.

Da anni, questo ex artigiano di Mondovì di 55 anni, colpito duramente dalla crisi e dalla chiusura della sua ditta, deve provvedere, tramite piccoli lavori saltuari, al mantenimento dei propri cari: Caterina, la moglie affetta dal 2004 da sclerosi multipla, e la figlia cui nel 2008 è stata diagnosticata l’epilessia. I tre vivono ad Alassio, in frazione Solva, in una casa fatiscente, senza riscaldamento e decisamente inadeguata alle condizioni di Caterina. Per questo, la famiglia Riboldi ha chiesto più volte al Comune alassino un aiuto economico, infermieristico e abitativo. Aiuto che – come si legge in una comunicazione datata 17 dicembre 2010 – il Comune sostiene di aver elargito con varie modalità: con contributi economici “una tantum” e continuativi, con l’offerta di un pacco alimentare “rifiutato dalla famiglia”, con il pagamento di lavori effettuati presso l’abitazione di Solva per la realizzazione dell’impianto del gas e con un doposcuola gratuito per la figlia.

“Sono stanco di sentire falsità – dice il signor Mario -. Il contributo economico di cui parla il Comune è pari a 100 euro mensili: non ce ne siamo mai lamentati, quei soldi li abbiamo comunque presi, ma è sembrato un modo per lavarsi la coscienza che non risolve certo i nostri problemi. Il pacco alimentare non è stato proposto dal Comune ma dalla Croce Rossa e da un’associazione cristiana: non lo abbiamo rifiutato, semplicemente essendo ricoverati frequentemente negli ospedali, ci risulta davvero difficile ritirarlo. Dai Servizi sociali criticano il fatto che preferiamo i 100 euro rispetto a pacchi alimentari: certo, perchè dobbiamo restituire i soldi a chi ci aiuta nelle spese sanitarie, visto che le istituzioni sono indifferenti. Abbiamo chiesto una casa per vivere in modo degno e dare un po’ di pace soprattutto a mia moglie che ha grosse difficoltà di deambulazione. Abbiamo chiesto assistenza domiciliare. Tutto inutile. E poi hanno anche il coraggio di scrivere che sostengono parte delle spese del nostro affitto e il pagamento delle bollette del gas: impossibile, visto che, non essendo allacciati alla condotta, non le riceviamo”. Riboldi si è sempre impegnato per promuovere l’immagine di Alassio – lanciando idee come “Un sogno nel cassetto” e proponendo eventi culturali – ma ora si sente tradito dalla città che tanto ama.

“Non voglio approfittare di aiuti, semplicemente ne abbiamo bisogno per tirare avanti e condurre una vita dignitosa – dice – Spero che prima o poi il sindaco Aicardi mi voglia incontrare”. Mercoledì scorso il signor Mario è stato ospite della trasmissione pomeridiana di RaiUno “In casa di Paola” per far conoscere la situazione in cui si trova. “Non voglio condurre battaglie, desidero solo che, in particolare a mia moglie e mia figlia, venga garantita un’esistenza migliore”.

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