Lettera al direttore

Economia

Cgil, sciopero per lo sviluppo: lettera a Francesco Rossello

Caro Francesco,
ho letto ieri le tue dichiarazioni sulla richiesta di uno sciopero generale provinciale per lo sviluppo e contro i “comitati per il no”, che vorrebbero la “decrescita felice”.

Spero che le notizie non riportino delle tutto  posizioni così rigide ma tant’è devo limitarmi a ciò che dicono i giornali per cui da iscritto alla CGIL devo prima rilevare che l’espressione “decrescita felice” è propria solo di Pallante,studioso italiano ma non rende giustizia al complesso movimento fondato da Latouche, e poi dire sinceramente che questa volta non sciopererò.
Dovrei scioperare per(ricapitolando recenti posizioni della CGIL):
a) il carbone della Centrale di Vado Ligure,
b) il cemento della Margonara;
c) il cemento della Maersk (su cui più di uno studioso dei trasporti ha avanzato dubbi di sorta sull’effettiva utilità con il rischio di un grande dispendio di risorse pubbliche per una opera che potrebbe non produrre i risultati attesi);
d) il polo fotovoltaico alla Ferrania (I Verdi avevano proposto anni fa la creazone di una intera filiera delle rinnovabili per la riconversione produttiva dell’intera valle Bormida ed oggi la CGIL sul tema si sta instradando nel medesimo “caruggio”?);
e) le colate di cemento della Piaggio di Finale Ligure e delle cave Ghigliazza…e potrei continuare…
Potrei solo scioperare se per una volta la CGIl mettesse al centro della propria azione.
a) l’opposizione ai tagli governativi ai parchi;
b) l’istitutizione del parco del Finalese,
c) la restituzione dei litorali ai cittadini attraverso il blocco dei porti turistici e la conservazione delle spiagge nonchè l’ampliamento delle spiagge libere, che potrebbero vedere tornare la flora e la faun autoctona;
d) la creazione di ciclo virtuoso di turismo sostenibile che punti sull’esaltazione dei parchi e riserve naturali, dei monumenti e soprattutto dell’enogastronomia (quindi un turismo molto slow);
e) una radicale scelta a favore della nascita di una vera filiera delle energie rinnovabili connessa con un polo di ricerca scientifica in materia;
f) un ciclo dei rifiuti che punti sulla differenziata spinta e sul porta  a porta;
g) la gestione pubblica e partecipata del ciclo delle acque .
Penso di aver dimostrato di essere capace, come tanti cittadini, di dire tanti e grandi Sì…

Ma forse ormai il “cemento ha chiuso gli occhi della collettività”…e del sindacato?

Danilo bruno – iscritto alla CGIL FP, responsabile politiche beni comuni Verdi Liguria per la Costituente Ecologista

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