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Più sesso e meno amore: solo un italiano su 5 è un “romantico doc”

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“AAA romanticismo cercasi”. Se una volta il modello “Romeo e Giulietta” spopolava e si era pronti a morire per amore, sembra che nel terzo millennio le cose funzionino diversamente. Struggersi non piace più: l’erede Montecchi non fa proseliti e la signorina Capuleti si è stancata di stare al balcone. I puristi del sentimento sono una specie in estinzione e la prova arriva da Facebook, piazza virtuale specchio della società che cambia.

Un sondaggio lanciato dall’Aispa, l’Associazione italiana di sessuologia e psicologia applicata, scopre che ormai bastano le dita di una mano per contare gli ultimi esemplari di “romantico doc”: sono 5 su 100, praticamente introvabili fra i maschi (1%) e quasi scomparsi anche tra le femmine (10%). I risultati dell’indagine saranno presentati ufficialmente domani a Milano, durante il convegno “Dal sesso al cuore, dal cuore al sesso”, organizzato dall’Aispa presieduta dallo psichiatra e sessuologo Willy Pasini.

Il sondaggio è stato condotto sul re dei social network all’interno di una community selezionata, ritenuta rappresentativa e in grado di fotografare tendenze valide lungo tutta la Penisola. Su Facebook sono state postate ripetutamente due domande: “Troppo sesso rovina il cuore? Troppo cuore rovina il sesso?”. Quindi sono state valutate le opinioni dei primi 100 uomini e delle prime 100 donne, di età compresa fra i 20 e i 45 anni, che hanno risposto ai sessuologi Aispa.

Due i dati chiave secondo Pasini, ideatore dell’indagine. Primo: “Gli estremisti del romanticismo, i ‘santi’ in amore, non ci sono più”, spiega lo specialista. Secondo: “Le femmine si stanno mascolinizzando e oggi, per fare sesso, una donna non deve essere per forza innamorata cotta. Non importa che lui sia o non sia il grande amore”. Le amazzoni del Duemila “fanno sesso se l’uomo è simpatico e lo sa fare bene”. Il requisito numero uno è che sia bravo sotto le lenzuola. Il resto passa in secondo piano, anzi: per due terzi degli uomini, e oltre un terzo delle donne, usare troppo i sentimenti compromette la passione.

Quello che emerge dal sondaggio, riassume Alberto Caputo, sessuologo, psichiatra e responsabile scientifico dell’Aispa, è che in amore “si sta affermando una nuova cultura intergenere”. Un modo di vivere i rapporti di coppia che accorcia le distanze tra ‘sesso forte’ e ‘gentil sesso’. Se infatti nell’Italia moderna “Romeo è praticamente irrintracciabile, anche le Giuliette sono assai poche” e c’è di più: le ultime romantiche “sono tutte maggiori di 35 anni, almeno nel nostro campione che volutamente ha escluso le teenager e le donne in menopausa”.

I più numerosi sono gli “equilibrati” (44% del totale, 38% degli uomini e 50% delle donne), quelli che rispondono no a entrambe le domande, dimostrando di saper dosare bene istinti e affetti. A stretto giro arrivano i “passionali” (39,5%, 48% degli uomini e 31% delle donne): amano il sesso e mal tollerano i sentimentalismi, rispondendo no alla prima domanda (troppo sesso rovina il cuore?) e sì alla seconda (troppo cuore rovina il sesso?). Seguono a grande distanza gli “amanti del compromesso” (11%, 13% uomini e 9% donne), convinti che in ogni caso “il troppo stroppia” ed è comunque meglio non esagerare (rispondono si’ a entrambe le domande). In coda, con numeri da “specie protetta”, arrancano i “romantici”: soltanto il 5,5% del campione, un uomo su 100 e una donna su 10.

Sparuti reduci che antepongono i sentimenti alla passione (sì alla prima domanda, no alla seconda), mettono sempre il cuore al centro della loro relazione e non concepiscono il sesso senza l’amore. “Ho ideato questo sondaggio – confessa Pasini – pensando ai pazienti che bussano alla porta dello psichiatra: i ‘sex-addicted’ alla Tiger Woods, che per troppo sesso mettono in difficoltà il cuore, o all’opposto i timidi col brufolo, che per amor di sentimento compromettono il sesso”.

Invece, “questi estremi nel sondaggio non li vediamo e la maggior parte dei partecipanti ha dato una risposta equilibrata”, nota l’esperto. “A emergere chiaramente – ribadisce il numero uno dell’Aispa – è la tendenza alla progressiva eliminazione degli eccessi del romanticismo”. Oltre al fatto che, anche in amore, “la donna somiglia sempre di più all’uomo”. In conclusione, i fidanzatini alla Peynet sono preistoria e di fronte al ‘cuore in mano’ nemmeno lei si commuove più. Perché se “il maschio è rimasto sostanzialmente uguale, sempre più interessato al sesso che al cuore – chiosa Pasini – la donna evolve” e sdogana la passione fine a se stessa. Giulietta chiude la finestra: alla brezza del balcone preferisce il tepore dell’alcova.

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