Cronaca

Inizia la stagione venatoria, Enpa: “L’inutile strage”

capriolo - caccia

Liguria. “Comincia domenica la stagione venatoria in Liguria, come sempre a favore della lobby dei cacciatori, sempre più pochi ma sempre forti”: è questa l’amara considerazione fatta dall’Enpa savonese a poche ore dall’inizio della “tsgaione dei fucili”.

“Per rispettare le norme europee sulla tutela della fauna nei periodi riproduttivo, di cura dei piccoli e della faticosa migrazione – ricorda l’Enpa – l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale ha redatto un dossier che ha inutilmente fornito a luglio a Regioni e Province, in cui indica i relativi periodi di caccia. Si tratta di un parere obbligatorio che però viene seguito soltanto quando, qualche volta, è favorevole ai cacciatori e quasi mai nei casi contrari. Con buona pace della tutela della fauna quale bene pubblico, non sono quindi stati modificati i calendari venatori. E contro i suggerimenti dell’Ispra si potrà sparare da settembre e nell’ultima decade di gennaio, a germani reali, canapiglie, fischioni, mestoloni, codoni, moriglioni, morette, alzavole, gallinelle d’acqua, beccacce e beccaccini, pavoncelle, colombacci, tordi sassello, cornacchie, gazze e ghiandaie. L’apertura settembrina colpisce anche folaghe, allodole, merli, cesene; ed anche il tordo bottaccio, un piccolo e bellissimo uccellino che in Liguria sopporta la metà di tutti gli abbattimenti (mediamente 135.000 esemplari ogni anno). E va anche peggio per tre specie in preoccupante declino ma che continueranno ad essere uccise: marzaiola, quaglia e starna”.

“Assieme alle altre forze di polizia (Corpo Forestale, Polizia Provinciale, etc.) ci saranno comunque anche le Guardie Zoofile della Protezione Animali savonese a vigilare. Diverse squadre di Agenti Volontari pattuglieranno boschi e campagne, per impedire che vengano uccisi animali protetti o siano compiute violazioni alle purtroppo sempre più permissive ed umilianti leggi vigenti. Un massacro travestito da ‘contatto con la natura’ o dall’inconsistente compito di ridurre le popolazioni animali (cinghiali, caprioli, daini), con forti squilibri filovenatori: lo sdoppiamento dei tempi di caccia ai caprioli (quasi 5 mesi invece dei 2 indicati dalla legge nazionale), i giorni a scelta e la conseguente strage alla migratoria invece di tre fissi alla settimana, la caccia al cinghiale a gennaio con le femmine gravide, il costoso ripopolamento con bersagli ‘pronta caccia’ dell’apertura o destinati a morire di fame e sete poco dopo. In questi giorni infatti migliaia di fagiani e lepri sono arrivati in scatole di legno, dopo lunghi viaggi autostradali e molti decessi, per essere ‘liberati’ nelle varie zone, in base a rapporti di forza tra le realtà venatorie locali e senza rispetto della vocazione faunistica del territorio, così, tanto per ammazzare qualcosa”.

La Protezione Animali savonese diffonde un mesto manifesto in cui elenca, divisi per specie, i 265.898 animali ufficialmente uccisi secondo gli ultimi dati disponibili diffusi dalla Regione – dalle 25.000 doppiette liguri.

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