Lettera al direttore

Legge Regionale sui B&B in Liguria: lettera di protesta di un gestore

Ad Aprile di quest’anno la Regione Liguria ha approvato “di soppiatto” una nuova legge sul turismo. Colpisce la voglia di “regolamentare” in termini punitivi le strutture extra alberghiere dei bed and breakfast al contrario di quanto fatto da altre regioni, come il Lazio e le regioni a noi confinanti, che evidentemente percepiscono l’offerta turistica come una ricchezza da coltivare e non da reprimere.

Vediamone alcune. E’ imposto un periodo di apertura di 210 giorni da comunicare anticipatamente l’anno precedente in nome di non si capisce bene quale principio, se non quello di voler punire i gestori di b&b visti evidentemente come nemici giurati degli albergatori, sicuramente colpevoli di far fallire questi ultimi e di guadagnare “troppo”, ai quali però “generosamente” la Regione concede la possibilità di lavorare ma solo “a certe condizioni”: insomma siamo qua come accattoni a mendicare la possibilità di esercitare un?attività occasionale e non continuativa ma solo per 210 giorni all’anno come stabilito dalla Regione Liguria. Poco importa se si scavalca l’Agenzia delle Entrate che stabilisce un’interruzione di 90 giorni all’anno (60 nel caso del Lazio) e non di 155.

Ancora. Si obbliga ad avere il parere igienico sanitario dell’ASL territoriale, come se l’agibilità gia rilasciata per un appartamento di civile abitazione non contasse più nulla. Ovviamente i costi varieranno a seconda dell’ASL di competenza. E lo stesso i pareri. Come esempio la ASL 3 Genovese ha stabilito un “compenso” di 85 Euro per ogni parere di agibilità a camera. Naturalmente la ASL dovrà avere delle persone dedicate a questo compito fondamentale.

Ma non basta. Bisogna avere naturalmente un televisore ad uso dei clienti per permetter loro di non perdere alcuna puntata di “Porta a Porta” oppure di “Domenica In”. Il risultato è il seguente: obbligo di pagare, oltre al canone Rai normale, quello speciale il cui costo è variabile tra i 180 e i 350 Euro a seconda di come si sveglia l’impiegato RAI consultato. Pagato il canone RAI speciale si farà avanti la SIAE (Società Autori ed Editori) con i suoi “diritti” di 150 Euro a televisore. Terminata la SIAE interverrà la SCF (Consorzio Fonografici). E anche se puoi tenere aperto per 7 mesi all’anno, tu gli abbonamenti gli pagherai per 12 mesi.

La domanda non è più la DIA (denuncia di inizio attività) ma la “SCIA” (sottoscrizione certificata di inizio attività, proprio un bel nome) che comporta il pagamento al Comune di un rimborso spese. Per il Comune di Genova la cifra è di ben 391 Euro, altro che domanda gratuita. E non è detto che la domanda vada a buon fine. Anche se si parla di “bed & breakfast”, cioè di “letto e colazione”, non si può dare al cliente quello che tua moglie ha preparato per te, come se ogni giorno in Italia ci fossero migliaia di casi di salmonellosi o colera per le colazioni. Neppure il pane abbrustolito del fornaio, considerato evidentemente meno salubre della “merendina” confezionata.

Naturalmente bisogna dare le chiavi ai clienti o garantire una reperibilità di 24 ore, alla stregua degli Alberghi. Però il gestore di un b&b magari lavora, il che rende un problema essere contemporaneamente in due posti a meno di non ricorrere all’emulazione di Sant’Antonio di Padova. Ci deve essere un telefono ad uso dei clienti per le chiamate di emergenza e poco importa se un cliente quando sei assente chiama magari all’estero oppure un cellulare per 20 minuti; ed infine, ciliegina sulla torta, l’indirizzo di posta deve contenere oltre al nome della struttura anche quello del Comune. Ma se il Comune si chiama San Colombano Certenoli, Isola del Cantone, oppure Santa Margherita Ligure, beh l’indirizzo di posta elettronica sarà “semplice” e facile da ricordare. La domanda è: cosa ha mangiato il giorno prima il genio che ha deciso questo?

A fronte di tutto questo la Provincia di competenza, ente noto per avere “budget” di spesa elevato, obbligherà un suo impiegato a venire in casa tua per giudicare il tuo b&b assegnandoti dei ?Soli? in numero variabile da uno a tre alla stregua delle stelle degli alberghi, in fondo a riaffermare come i b&b debbano quasi essere concorrenti di questi ultimi.

Però, ricorda, tu hai un b&b, per cui la tua attività è occasionale e non continuativa e quindi “non puoi” aprire una partita IVA. Quindi scordati di scaricare le varie spesuccie extra di TV, telefono, posta elettronica, così come i costi diretti quali l’acqua, la luce od il gas. Si trascurano invece cose fondamentali, come l’obbligo di dotarsi di estintore, oppure di avere una cassetta di pronto soccorso, o ancora di collaborare con gli alberghi rigirando loro richieste di clienti.

Mi domando che senso abbia questa voglia di normare in ambiti così disparati (fiscali, igienico sanitari, delle amministrazioni locali, culinari, di offerta, informatici) con gli ovvi effetti di aumentare il disordine normativo e deprimere l’offerta extra alberghiera; piuttosto che da una parte semplificare le norme lasciando libera l’iniziativa per premiare i migliori ed aumentare la qualità dei servizi, vera risorsa in termini turistici, dall’altra permettere, con norme semplificate, che gli enti di controllo applichino, ciascuno nel proprio ambito, “le poche ma chiare leggi” in modo da garantire una vera equa competizione favorendo così il cliente finale, cioè il “turista”. Ma siamo in Liguria… Forse un viaggio dei nostri politici in città come Barcellona, Firenze o Roma aiuterebbe.

Alberto Canepa
gestore di un b&b in Liguria (ancora per poco…)

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