Albenga, i canti della tradizione con “Trallallero e… altro”

albenga - centro storico

Albenga. La squadra di trallallero genovese “Albenga canta” si esibirà ad Albenga, in piazza San Michele, domani, venerdì 20 agosto, alle 21,30, con “Trallallero e… altro”. Alla serata parteciperanno Olinda & Bruno che interpreteranno brani famosi della canzone italiana. Presenta Giovanni Ansaldi, l’ingresso è libero.

“Albenga Canta” è l’ultima squadra di trallallero del ponente. Nasce nel 1978, quando alcuni giovani del comprensorio Albenganese diedero vita alla squadra di trallallero genovese che ancora oggi continua nella tradizione del canto popolare più schietto, tramandato di padre in figlio grazie alla tradizione orale.

Canto affascinante e originale, il “Trallallero” è un’antica forma di canto corale, la tradizione dice nato sulle navi derivato da un’antica tradizione di “canto polifonico”, il trallallero si affermò a Genova agli inizi del XX secolo, soprattutto tra gli operai delle fabbriche e dei cantieri navali.

Negli anni Venti esistevano centinaia di gruppi locali, tra i quali si svolgevano numerose competizioni. Eseguito soprattutto da uomini e basato sulle voci del basso e del baritono, il genere fu infine impostato su sei voci: basso, baritono, due tenori, “donna” (contralto voce maschile di falsetto) e “chitarra” (una voce nasale che imitava le sonorità della chitarra appoggiando il dorso della mano sulle labbra, si  esibiscono a cerchio per poter creare una migliore sonorità.

La squadra “Albenga Canta” è stata una delle prime ad inserire una donna al posto della voce maschile in falsetto, vanta un  Vasto repertorio sia di canzoni italiane che in dialetto ligure.

Attualmente presieduta da Giovanni Ansaldi, la squadra è composta da il primo Franco Guasco, il contralto Olinda Di Dea, il controbasso Natale De Andreis, la chitarra (u’ legnu) Augusto Garulla, i bassi Pierino “Mario” Cappello, Ettore Gallizia, Francesco Maurizio, Bruno Piras, Giampaolo Ferrari e recentemente anche Gino Basso.
 
La grande passione per la tradizione del nostro dialetto, che rischia di perdersi, ci da la forza di perseverare, con l’occasione invitiamo i giovani e i meno giovani che avessero amore per le proprie origini e volessero.

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