Economia

Pietra, cantieri navali: il progetto che tarda ad arrivare

Pietra Ligure - rodriquez

[thumb:14559:l]Pietra Ligure. L’operazione immobiliare prevista nell’area, con la realizzazione di edifici per il residenziale, il settore turistico-ricettivo e spazi verdi, rischia di far passare in secondo piano il rilancio produttivo con l’insediamento di un nuovo cantiere navale per la realizzazione di mega yacht. E’ la paura espressa da alcuni lavoratori in merito allo status del progetto dei cantieri navali Rodriquez di Pietra Ligure. Anche il recente tentativo di vendita al savonese Delle Piane farebbe pensare a questa possibile evoluzione.

Nell’ultimo faccia a faccia con i lavoratori il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando aveva promesso di contattare Colaninno per conoscere gli sviluppi sull’iter in corso e chiedere una accelerata necessaria a fornire le opportune garanzie ai lavoratori. Intanto, per il prossimo 18 dicembre è fissato un incontro presso la Regione Liguria per la firma della cassa integrazione in deroga prevista per le attuali 24 unità lavorative dell’azienda. Ma al tavolo regionale non potrà passare in secondo piano la fase di stallo nelle trattative per la nuova struttura aziendale.

Sono almeno due gli elementi emersi tra la recente Conferenza dei servizi e gli ultimi incontri tra sindacati, azienda e istituzioni che sembrano destare preoccupazione, in particolare sul tempo che potrebbe trascorrere per rendere operativo il nuovo cantiere navale pietrese. Primo aspetto è l’area in cui dovrebbero sorgere i capannoni: ebbene dagli ultimi aggiornamenti tecnici si parla di una costruzione completamente sul mare, senza utilizzare i 10 mila metri quadrati dei complessivi 44 mila dell’intera area interessata. Questo comperterebbe una operazione di sbancamento, con un’attesa di almeno un anno e mezzo prima di partire con i lavori di edificazione.

Altro aspetto è l’altezza dei capannoni previsti nel progetto: da una altezza di 30 metri, considerata minima per l’attività sui mega yacht, si è passati agli attuali 12, misura che permetterebbe solo il rimessaggio delle imbarcazioni, con evidenti conseguenze in termini di produzione. Insomma, dall’azienda molti lavoratori attendono risposte, a cominciare dalle stesse prescrizioni urbanistiche imposte dalla Regione al progetto. “Basta tatticismi e arrivare all’approvazione del progetto finale. I lavoratori non possono più attendere”.

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