Corpo Forestale: mancano gli agenti, la Regione cerca volontari

Forestale

[thumb:11000:l]Regione. L’emergenza incendi superata ha messo ancora in evidenza il grande apporto dei volontari e l’inadeguatezza della pianta organica del Corpo Forestale dello Stato. La Regione Liguria ha scelto di non avere un Corpo Forestale proprio e ha stipulato da anni una convenzione con il Ministero, che costa quattro milioni alla Regione e prevederebbe un numero di agenti da assegnare alla Liguria superiore di 110 unità a quello attuale. I 2400 volontari liguri attuali non sono sufficienti.

“Nella convenzione – spiega l’assessore regionale all’agricoltura e alla protezione civile Giancarlo Cassini – era stato individuato in 380 il numero degli agenti necessario per garantire il servizio. Attualmente però gli agenti sono solo 271 perché è stata decisa una pianta organica a livello nazionale senza tenere conto della convenzione. Allora o si azzera la convenzione, che costa quattro milioni di euro alla Regione, oppure si ridefinisce la pianta organica in base alle reali esigenze del territorio. Chiederemo un incontro al governo, al ministro delle politiche agricole Luca Zaia e ai vertici del Corpo Forestale dello Stato”.

Nel frattempo, per far fronte alle emergenze l’appello è il solito degli ultimi anni: “Abbiamo bisogno di altri volontari. 2400 sembra un numero alto ma non lo è perché nessuno di questi è a tempo pieno e allo stato attuale vengono impiegati per funzioni necessarie, come il presidio della sala operativa”.

Le cose da fare, soprattutto in un’ottica di prevenzione, sarebbero molte. Mancano fondi e risorse umane. “Bertolaso ha ricordato l’obbligo di segnalare adeguatamente tutto ciò che emerge dal suolo e può essere pericoloso per gli elicotteri e i canadair – spiega l’assessore Cassini – Con Terna abbiamo un programma di interramento delle linee elettriche dove possibile”.

Quanto al rimboschimento non c’è un obbligo né per il privato né per il pubblico di procedere sui terreni devastati dagli incendi, ma naturalmente si opera quando e dove le risorse lo consentono. “Un problema per la Liguria – ha spiegato ancora Cassini – è la presenza del pino ordinario che è stato piantato negli anni ’20 e ’30 per fini di rimboschimento. Ma la velocità con cui si riproduce toglie spazio ad altre essenze come il leccio e il rovere, un tempo molto più diffuse in tutta la regione”.

Come diventare un volontario anticendio boschivo: su Agriligurianet si possono trovare le informazioni utili (cliccare qui).

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