Lettera al direttore

Savona, strada per il Santuario: richieste di due lettrici

Spett. le Redazione, siamo due santuariesi orgogliose di esserlo, e ci rivolgiamo a questo giornale per rendere nota a tutti la situazione in cui si trova la strada che conduce, appunto, al nostro amato Santuario. Non vogliamo inveire contro nessuno, non fa parte della nostra indole: soltanto non sappiamo a chi rivolgerci direttamente per far pervenire questo messaggio dalla realtà in cui viviamo.

Alcuni tratti di Via Santuario sono già di per sé pericolosi per i pedoni, specialmente davanti alla Scuola Materna “Carlevarini” e alla chiesa di S. Bernardo in Valle; ma a tale riguardo basterebbe che molti signori automobilisti facessero una bella visita oculistica e imparassero a leggere il “30” sui segnali dei limiti di velocità. La nota dolente, in questo caso, è un’altra: le cunette e i cigli della strada che versano in stato di totale abbandono a causa della rigogliosa vegetazione che vi prospera indisturbata. Erbe altissime, cespugli di rovi, ALBERI DI FICHI con tanto di frutti (se ce lo permettono li potremmo raccogliere…).

Il problema, prima ancora che estetico, è estremamente pratico: a meno di possedere un paio di trampoli, chiunque transiti a piedi, anche solo per raggiungere la fermata dell’autobus, è costretto a passare in mezzo alla strada. I bambini, gli anziani, le mamme con il passeggino, tutte le persone che per qualche motivo possono avere riflessi un po’ meno pronti, cosa rischiano se per caso incontrano uno degli automobilisti-razzo di cui sopra?

A chi tocca dare disposizioni perché si possa avere la strada pulita almeno una o due volte l’anno? Forse mancano i finanziamenti per retribuire le ditte che provvedono alla pulizia? Dobbiamo occuparcene noi residenti, che andiamo a pagare le tasse dopo aver scavalcato gli arbusti che ci crescono sui portoni? Probabilmente occorrerebbe chiedere a Sua Santità Benedetto XVI di farci visita ogni sei mesi: ma chissà se sarebbe sufficiente, dal momento che anche la piazza del Santuario non è in condizioni migliori della strada. I ciottoli posati giusto un anno fa per l’occasione (ricordiamo bene i poveri operai che lavoravano sotto la pioggia IL GIORNO PRIMA, come se il Papa avesse deciso di venire lì per lì) hanno cominciato da un pezzo a staccarsi e a vagare pericolosamente per la piazza, che offre alla nostra ammirazione alberi mancanti ed erbacce.

Quale immagine offriamo a chi raggiunge questa Valle, del cui “rilancio” si parla da anni e forse a vuoto, in cui sorge quello che era e rimane uno dei più importanti Santuari mariani d’Europa? Quale decenza per chi ci vive, se il degrado della strada provinciale, che è sotto gli occhi di tutti, dà la proporzione di ciò che si può trovare nelle vie interne, di cui probabilmente molti ignorano anche l’esistenza? Quale sicurezza, se ogni volta che piove per un’intera giornata noi, memori del 22 settembre 1992, smettiamo di preoccuparci degli alberi in strada per guardare con angoscia a quelli che ostruiscono l’alveo del Letimbro?

Attendiamo la risposta che gli enti preposti, quali che siano, vorranno avere la bontà di dare a queste domande.

Silvana Ferrari e Francesca Botta

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