Cronaca

Fermato per l’omicidio, i parenti: “Padre di famiglia modello, tutto casa e lavoro”

[thumb:9478:l]Pietra Ligure. Andava a dormire presto per potersi alzare riposato e svolgere di buona lena l’attività edile nei cantieri. Il tempo lo dedicava al lavoro, alla moglie e ai due figli di tre e cinque anni. E’ l’immagine di Samy Nassar, l’egiziano di 35 anni fermato per l’omicidio della prostituta diciottenne Alina Nutica; un’immagine fornita dal fratello e dal cognato, accorsi in Procura per seguire l’esito dell’interrogatorio cui è stato sottoposto l’uomo dopo il trasferimento da Imperia, dove è stato fermato al casello autostradale dai carabinieri del capitano Sergio Pizziconi.

Nassar, artigiano edile, immigrato regolare e incensurato, è conosciuto a Pietra Ligure, dove è residente, e a Loano, dove di fatto vive con la famiglia, come una persona tranquilla, priva di cattive abitudini, poco avvezzo alla mondanità. Un marito e un padre premuroso, con la responsabilità di un’impresa florida, che gli consentiva di non avere particolari problemi di denaro.

Da dieci giorni era tornato in Riviera, al termine delle ferie trascorse nel suo paese natale. E dall’Egitto devono ancora tornare la moglie e i figli, che avrebbero proseguito sino a sabato prossimo il soggiorno vacanziero. Il cognato di Nassar è molto conosciuto nel medio-ponente ligure, dove gestisce tre ristoranti, due dei quali a Pietra: ha appreso con incredulità la notizia del fermo del parente, comunicatagli dal legale difensore di quest’ultimo, l’avvocato Silvio Carrara Sutour. Lo stesso stupore che ha colto il fratello del trentacinquenne, anch’egli titolare di una ditta edile. Nassar dovrà essere ascoltato da un magistrato entro le prossime 96 ore per la convalida o la revoca dell’arresto.

“Un marito e un padre modello, tutto casa e lavoro”. Così lo descrivono i congiunti, che sottolineano come Nassar fosse abituato a non uscire la sera e non frequentasse locali, preferendo invece il sonno ristoratore allo svago. Quali rapporti lo legassero alla giovane lucciola sono ancora un mistero. La Mercedes sulla quale viaggiava quando è stato fermato alla barriera autostradale di Imperia Ovest, però, corrisponderebbe a quella segnalata agli inquirenti come l’auto che si aggirava sull’Aurelia tra Albenga e Ceriale prima della scomparsa di Alina.

Massimo riserbo da parte degli investigatori in attesa di avere un quadro più completo della vicenda. Sono in corso ancora perquisizioni e acquisizione di materiale documentale. L’egiziano sarebbe stato riconosciuto come l’uomo che parlava con la diciottenne romena, alla stazione ferroviaria di Loano, tra le 12 e le 15 di mercoledì scorso. La sera stessa Alina avrebbe preso un taxi per andare al “lavoro” sulla Piana ingauna. Poi più nessuna notizia di lei, sino al pomeriggio di giovedì, con il ritrovamento del suo cadavere al fondo di una scarpata sulle alture alassine.

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