Regione. Rifondazione Comunista ha presentato in Regione una proposta di legge per rendere effettiva la partecipazione popolare al dibattito che riguarda le grandi opere pubbliche e infrastrutturali. E se in Danimarca la normativa sulla partecipazione popolare alle decisioni urbanistiche risale al 1810, in Francia al 1995 e più di recente nella vicina Toscana, anche in Liguria la discussione aperta ai cittadini sulle opere che hanno un forte impatto ambientale e urbanistico potrebbe diventare realtà.
Attualmente il dibattito popolare sui progetti è previsto solo in via facoltativa e a progetti già conclusi, mentre nelle intenzioni di Rifondazione si tratta di rendere la discussione obbligatoria in fase preliminare e di pubblicarne gli esiti sul Bollettino ufficiale della Regione (Burl) e sulla stampa locale.
La proposta di legge investe gli interventi e le opere regionali e nazionali che interessano il territorio ligure e prevede la costituzione di una apposita commissione regionale, in carica per cinque anni, che vagli i documenti e stabilisca calendari di incontri pubblici. La proposta di Rifondazione mette in condizione gli enti locali di affrontare effettivi processi partecipativi, convocando assemblee aperte ai cittadini per informarli e per discutere con loro i progetti già a partire dallo di studio di fattibilità: gli incontri pubblici avverrebbero quindi prima della stesura del progetto preliminare e a spese dei proponenti.
Tra le opere prese in considerazione ci sono costruzioni edilizie con cubatura superiore ai tremila metri cubi, tracciati stradali, autostradali e superstrade di nuova realizzazione o modifiche di quelle esistenti superiori ai 3 km, linee ferroviarie, infrastrutture portuali e aeroportuali, impianti di produzione di energia, impianti di smaltimento rifiuti, impianti sportivi, produttivi e commerciali.
“Dal punto di vista amministrativo – spiega il capogruppo Vincenzo Marco Nesci, primo firmatario della legge – il parere dei cittadini non è vincolante, nel rispetto dell’autonomia delle amministrazioni, ma da un punto di vista politico bisognerà tenere conto di critiche e proposte. Vogliamo dare ai cittadini uno strumento di controllo diretto sui progetti che li toccano da vicino: strade, linee ferroviarie, costruzione di grandi opere. Per controllare l’operato di un’amministrazione oggi, oltre al voto, esistono altri strumenti, come il referendum abrogativo e le proposte di legge popolare, che però non sono di facile attuazione. Far partecipare i cittadini al dibattito sulle opere – ha sottolineato Nesci – significa applicare fino in fondo la Costituzione, dare alla gente uno strumento di “controllo popolare”.