Cronaca

Invalida di 72 anni sotto sfratto esecutivo ed esclusa dalle case popolari

ceriale

[thumb:463:l]Ceriale. Gotilde Valenti ha 72 anni, vive a Ceriale ed ha gravi problemi di deambulazione. Invalida all’80 per cento, nonostante l’età e le condizioni critiche di salute ha dovuto cominciare una delle battaglie più tormentate: quella per la casa. Nel giugno del 2006 il tribunale di Albenga le ha notificato lo sfratto per finita locazione e le ha intimato il rilascio dell’immobile all’aprile di quest’anno, sebbene l’anziana avesse richiesto il termine massimo di un anno in quanto ultrasessantacinquenne affetta da handicap.

Nel luglio del 2006 la pensionata ha presentato domanda per ottenere un alloggio di edilizia residenziale pubblica nel complesso di via Nava. Ma non le è stata assegnata alcuna sistemazione, in quanto il punteggio relativo allo sfratto, a causa della tempistica di convalida in tribunale, non è stato calcolato ai fini della graduatoria. Il Comune rimanda all’Azienda Regionale Territoriale per l’Edilizia la responsabilità dell’assegnazione dei 24 alloggi di via Nava. Ma il figlio della donna punta richiama l’attenzione sul regolamento per l’attribuzione dei punteggi daliberato dall’amministrazione Revetria nel 2006, che assegnava punti privilegiati a coloro che fossero residenti a Ceriale da più di 18 anni piuttosto che agli invalidi, nello specifico 7 punti ai primi e 1 o 2 per i secondi in base al grado di invalidità.

“Una sorta di premio fedeltà piuttosto che di aiuto ai disabili – afferma il figlio dell’anziana – Qualora mia madre non dovesse rilasciare spontaneamente l’alloggio subirà certamente l’esecuzione forzata con il rischio di essere condannata alle relative spese e con la certezza di subire umiliazione ed ulteriore stress. E’ da quando ha ricevuto le lettere di sfratto, cioè dal dicembre del 2005, che mia madre cerca una sistemazione e, visto l’imminente bando poi uscito a luglio del 2006, era rimasta in attesa delle graduatorie, fiduciosa di ottenere uno degli appartamenti a disposizione, considerando le sue condizioni. Dato che non le è stato assegnato alcun alloggio, si è informata per trovare un’altra abitazione, ma la sua modesta pensione e la sua disabilità rendevano e rendono molto difficile reperire un immobile in locazione”.

Gotilde a 72 anni, 42 dei quali spesi in terra cerialese, non fa che pensare alla sua permanenza nella cittadina del Ponente. Sotto il suo tetto attuale si è dovuta dotare di una stufa catalitica per sopperire ai riscaldamenti non sufficienti. D’inverno i rigori del freddo si fanno sentire: ha chiesto aiuti, ma per ora non le è stata data una mano. Vive della sua pensione e resiste. Spera che ci sia prima o poi una svolta. Contro il provvedimento di sfratto convalidato dal tribunale ha presentato reclamo, ma è stato rigettato ed è stata condannata al pagamento delle spese processuali, liquidate in 1350 euro.

I servizi sociali del Comune di Ceriale hanno invitato l’ultrasettantenne e i familiari che ne seguono la vicenda ad avere pazienza sino al termine dell’estate. Ma a maggio il figlio dell’anziana ha scritto al presidente della Regione, Claudio Burlando. Il governatore regionale ha risposto assicurando di voler sollecitare il Comune, ARTE ed il prefetto di Savona per risolvere il caso. “Ora siamo ‘dopo l’estate’ ma il Comune non ha ancora trovato una sistemazione e mia madre è ormai molto in ansia, in quanto si aspetta che da un giorno all’altro arrivi l’ufficiale giudiziario a buttarla fuori casa” protesta il figlio della pensionata invalida. Nonostante il Comune di Ceriale abbia a disposizione, da quando son stati assegnati gli alloggi ERP di via Nava, due alloggi riservati a nuclei familiari in emergenza abitativa e nonostante mia mamma ricada in uno dei casi per l’assegnazione di alloggi temporanei come stabilito dal regolamento dei servizi sociali del Distretto 21 in quanto colpita da sfratto esecutivo, non solo non c’è stata nessuna assegnazione, ma addirittura ci è stato detto che non c’erano alloggi disponibili”.

“Viste le condizioni di reddito, di età e di invalidità di mia madre – dice il figlio – forse la soluzione migliore sarebbe quella di assegnare un alloggio provvisorio di sei mesi in sei mesi prorogandolo per il termine utile per poter partecipare al bando dei sette alloggi di edilizia pubblica che saranno disponibili entro fine 2009, quindi fra poco più di un anno”. Nel complesso di via Nava, infatti, verranno ricavati ulteriori sette appartamenti, che dovrebbero essere pronti entro il 31 dicembre del prossimo anno secondo il programma locale per il Social Housing approvato dalla giunta regionale.

“Proprio uno di questi alloggi – osserva il figlio dell’anziana – potrebbe essere la soluzione definitiva al disagio abitativo di mia madre, tenuto conto anche della mancata assegnazione al bando precedente solo perché il proprietario dell’alloggio non aveva ancora chiesto la convalida dello sfratto al tribunale, fatto indipendente dalla volontà di mia madre, per il quale però è stata ingiustamente penalizzata”. “Mia madre vorrebbe la risposta ad una sola domanda – conclude – Come mai una donna di 72 anni, invalida e con una pensione di poco più di 700 euro al mese non ha diritto ad una casa a canone agevolato? Si può forse permettere un alloggio al prezzo di mercato di 600 euro al mese?”.

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