Lettera al direttore

Patrizia Turchi: “Berruti e la giunta comunale savonese”

Gentile Redazione, mi permetto di inviarvi un breve commento che le inusitate notizie di cronaca locale – ricostruita sulle pagine di stampa – suscitano, in merito alle ideazioni che il sindaco Berruti elabora a seguito della richiesta da parte del Ps.

Ritengo infatti sia un segnale di decadimento profondo dal quale sembra difficile emergere: i tentativi di sostituzione e riallocazione degli assessori -penso al caso della dottoressa Bacciu- concretizzano quanto qualificato nel lontano 1958 da Banfield. Siamo in presenza di un “familismo amorale”, secondo cui gli individui di una comunità appartenente a tale cultura cercano di massimizzare solamente i vantaggi materiali e immediati del proprio nucleo familiare. Sarebbe “amorale” perché manca di morale pubblica, nel senso che i princípi di bene e di male rimangono e vengono applicati soltanto e unicamente nei rapporti familiari.

L’amoralità non è quindi relativa ai comportamenti interni alla famiglia, ma all’assenza di ethos comunitario, all’assenza di relazioni sociali morali tra famiglie, tra individui all’esterno della famiglia. Secondo questa prospettiva quindi, ogni tentativo e iniziativa riguardante l’investimento di risorse ed energie in beni collettivi da realizzarsi tramite uno sforzo organizzativo comune e spontaneo, sono fuori dall’orizzonte delle possibilità.

È esattamente la fotografia delle attuali dinamiche “politiche” messe in atto dal ceto politico dominante nella nostra Città, orami da troppo tempo, e senza percezione da parte di chi le impersona e le agisce né di vergogna né di coscienza politica amministrativa di tipo etico.

Patrizia Turchi
A sinistra per Savona

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