Lettera al direttore

Alassio, Alleanza Nazionale sul commercio abusivo

Quale responsabile del settore “aree urbane” in seno al Direttivo del Circolo di AN “Adelasia” – PDL e vice-presidente della Commissione Consultiva Extraconsiliare “Sicurezza, Ordine Pubblico e contrasto Commercio Abusivo”, mi sento in dovere di richiamare rispettosamente e sommessamente l’attenzione delle Autorità competenti, relativamente al fenomeno in crescita esponenziale del commercio itinerante (ambulante) abusivo e di merce contraffatta che sta diventando una vera e propria emergenza sociale di legalità e di ordine pubblico.

Si riscontra ogni giorno l’arrivo a frotte di venditori abusivi che invadono le nostre belle spiagge, le nostre passeggiate ed anche le vie commerciali ed isole pedonali, esercitando abusivamente l’attività di vendita e peggio smerciando capi di dubbia provenienza, che molto sovente si determina come merce contraffatta.

L’invasione delle aree demaniali (passeggiate e spiagge sino alla battigia) viola nella fattispecie di Alassio quanto previsto dal Regolamento Comunale per la “Disciplina del Commercio su Aree Pubbliche” che vieta assolutamente questa attività di commercio itinerante oltre ché nelle aree sopra evidenziate anche in tutta l’area ricompresa in buona sostanza tra la Ferrovia ed il mare.

Ora, non si comprende l’inerzia sostanziale ad operare azioni determinate volte a interrompere questa pratica illegittima, per la quale qualsiasi cittadino italiano o comunitario sarebbe prontamente perseguito e sanzionato. Si sottolinea che sanzionare tali comportamenti illegittimi porta solo ad un aggravamento dei carichi di lavoro degli Uffici preposti, senza risultati sostanziali poiché la maggior parte delle persone sottoposte a provvedimenti pecuniari risulta nulla tenente e quindi ben poco si preoccupa dell’obbligo di pagare le sanzioni, che si assommano inutilmente.

Gli sforzi profusi che si esauriscono in blitz saltuari di pattugliamento e non in un’ azione sinergica programmata e costante, direi necessariamente quotidiana almeno inizialmente, con presidio costante di personale di Polizia nelle aree interessate, non danno, come è di tutta evidenza, i risultati sperati e non difendono concretamente il commercio regolarizzato che tutti gli esercenti attività esercitano in Alassio. Ciò non deve distogliere l’attenzione dai problemi di ordine pubblico che a queste pratiche illegittime sono direttamente correlati, alimentando tutta una serie di episodi di micro/macro delinquenza che sono andati anch’essi in crescendo negli ultimi due anni, determinando uno stato di insicurezza e di apprensione nelle famiglie, nei singoli e negli stessi operatori pubblici, i quali rilevano costantemente come i fenomeni delinquenziali si evolvano con l’avanzare delle tecnologie e del disagio sociale.

Si fa rispettosamente notare alle Autorità che qualsiasi attività svolta sul Demanio, ancorché legittima, deve essere sottoposta agli adempimenti previsti dall’art. 68 del Codice della Navigazione, ed è localmente più dettagliatamente disciplinata dall’annuale Ordinanza Balneare, ora n. 136 del 17-03-02008, emessa dal Dirigente dell’Ufficio Demanio Marittimo del Comune di Alassio, che altrettanto chiaramente vieta l’esercizio di attività a scopo di lucro (es. commercio in forma fissa o itinerante, salvo quanto previsto da altre norme di Legge e Regolamenti).

Non si comprende d’altro canto come, in spregio alla sopra menzionata Ordinanza, possa essere tollerata la presenza di carretti dotati di ruote che trasportano le merci oggetto dell’esercizio del commercio abusivo, aggravato dalla commercializzazione anche di merce avente il marchio commerciale contraffatto. Tali carretti vengono talora parcheggiati sul Demanio e più precisamente sotto le passeggiate, in posizioni nascoste e protette, ponendo in essere l’illegittima occupazione abusiva dello stesso, talora trasportati smontati su autovetture e ricomposti all’ occorrenza per poi essere impiegati nei luoghi più confacenti agli abusivi.

Ciò non di meno è evidente come sia opportuno perseguire anche coloro che ospitano nelle proprie strutture balneari e non queste merci, favoreggiando l’abusivismo commerciale e la produzione e commercializzazione di merce contraffatta; ultimi, ma non ultimi, gli stessi acquirenti dovrebbero essere perseguiti poiché, a volte, pure inconsciamente, acquistano queste merci senza rendersi conto che compiono sì un reato ma, peggio, alimentano mercati che sono spesso legati allo sfruttamento anche di minori. E’ altrettanto chiaro che solo da un’azione concordata di tutte le Forze di Polizia potrà scaturire risultati apprezzabili, andando a contrastare ed eliminare questi flussi, in parte di clandestini, che provengono in maggioranza dai capoluoghi sia provinciale sia regionale, utilizzando le linee ferroviarie che li trasportano nelle località turistiche.

Gli Esercenti di attività di commercio e di ristorazione che sono in grave difficoltà per via dello stato di criticità economica contingente che attraversa da nord a sud tutta la nostra penisola complice anche un inizio stagione che dal punto di vista meteorologico non è favorevole, si attendono azioni di vario tenore che tutelino chi da sempre svolge la propria attività nel rispetto delle Normative e Leggi vigenti, non comprendendo l’indugio che ha permesso il diffondersi assolutamente inaccettabile del fenomeno dell’abusivismo commerciale con una progressione che è nei fatti, impressionante.

E’ bene chiarire che questa sollecitazione non è assolutamente figlia di un pensiero razzista o xenofobo, bensì della determinazione che chiunque giunga sul territorio della Repubblica Italiana si debba sottomettere alle Leggi dello Stato e ne rispetti i contenuti e le disposizioni, ossequiente a quello spirito democratico che alimenta le Istituzioni, ma censura ed abòrre ogni facile semplificazione di queste fenomenologie di diffusa illegalità.

Se concettualmente il termine “Giustizia” nella cultura occidentale dei nostri tempi è il voler determinare e rispettare il diritto di ciascuno con l’assegnazione di quanto gli spetta secondo la ragione e la Legge, il rispetto per questi presupposti e l’etica personale devono intervenire senza incertezze con un’azione ricca di fermezza e di equilibrio per la difesa del concetto di “ordine costituito” e di Stato.

Così pure è della tanto invocata “Tolleranza” un pratica davvero difficile, nella vita di tutti i giorni, da porsi in pratica; poiché la difficoltà si registra nel prossimo, ovvero, ogni volta essa viene interpretata in maniera differente anziché essere presa per ciò che è nella realtà, cioè il rispetto della libertà altrui, ma è più spesso interpretata come un segno di debolezza, quasi fosse una sorta di sottomissione o si avesse la paura di far valere le proprie ragioni. Quindi si comprende come questa interpretazione sia personale, ovvero con sfumature legate alle situazioni ed alla cultura: ecco perciò corroborante il ricorso alla Legge in tutte le sue articolazioni onde evitare generalizzazioni che giustificano e legittimano artatamente determinati fenomeni e non tutelano i diritti dei singoli cittadini.

Fabio Lucchini, Alleanza Nazionale – PDL
Circolo Territoriale “Adelasia” – Alassio
Direttivo – Aree Urbane

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