Politica

Albenga: il vicesindaco Vazio su Puc, porto ed edilizia

Franco Vazio

[thumb:5835:l]Albenga. Franco Vazio, vicesindaco ed assessore all’urbanistica della città di Albenga, espone i punti cardini del futuro sviluppo urbano della città.
– Sul piano regolatore qual è l’atteggiamento dei gruppi di maggioranza ed opposizione?
“La nostra maggioranza, dopo una prima incertezza, dissipata con gli incontri di impostazione del lavoro stesso, ha dimostrato un grande entusiasmo per il percorso innovativo intrapreso. Importanti, in questo senso, anche le riunioni di consultazione con i cittadini, alle quali non ho voluto prendere parte per evitare che tali incontri venissero snaturati e diventassero un semplice scambio di opinioni su singole e specifiche realtà; non ho intenzione di sottrarmi al confronto ma ritengo ci siano sedi ed occasioni più idonee per poter rispondere alle domande, a volte tendenziose, che mi vengono sottoposte. Ritengo d’altro canto doverosa in questi contesti la presenza del sindaco quale capo dell’amministrazione cittadina. Per quel che concerne l’atteggiamento della minoranza ritengo che alcuni abbiano frainteso il senso di questa novità, limitandosi a sterili polemiche improntate su casi particolari, perdendo di vista l’obiettivo generale. Credo che la minoranza non si debba sottrarre ad un confronto perché solo con una pianificazione largamente condivisa si può garantire ad Albenga il futuro che merita. Io mi auguro che in questo senso si possa aprire una stagione politica diversa fatta di sereni confronti e lontana dalle polemiche e dalle delazioni”.
– Qual è l’atteggiamento tenuto nei confronti dello sviluppo urbano?
“C’è senz’altro un nuovo atteggiamento verso lo sviluppo urbano che vuole contrastare la cementificazione ma che non si oppone certo a qualunque proposta edilizia. Un punto molto critico, in questo senso, risulta quello della gestione degli edifici esistenti: purtroppo dobbiamo lavorare su un piano normativo farraginoso e lo sforzo che la commissione edilizia sta facendo è enorme. Il sensibile cambio di indirizzo in atto non vuole essere una repressione contro gli impresari edili ma credo che far rispettare le regole serva a tutti; oggi, inoltre, la commissione edilizia è più attenta e svolge un maggiore controllo anche su tutti quegli aspetti legati alla qualità della vita, penso ad esempio all’ampiezza dei marciapiedi o agli scivoli per i portatori di handicap, elementi ai quali oggi, a differenza dei decenni scorsi, si presta giustamente molta attenzione. Per questa ragione si procede ad una attenta analisi in fase di presentazione del progetto e ad ulteriori controlli durante i lavori; naturalmente sono previste le lievi difformità, legate alle problematiche dell’edificazione, ritengo che sia comunque fondamentale creare un rapporto costruttivo tra impresari edili ed amministrazione. Anticipo che esiste un problema, al vaglio della giunta, legato alla mole di lavoro a cui è sottoposto l’ufficio urbanistica: l’economia ha bisogno di risposte rapide e proprio per ridurre i tempi di attesa nello smaltimento delle pratiche si è provveduto ad un potenziamento dell’ufficio stesso che però ha bisogno di un ulteriore rafforzamento, che stiamo appunto valutando”.
– Come commenta la notizia, e le polemiche ad essa legate, dei presunti 10.000 alloggi previsti nella zona fra viale Otto marzo ed il confine con Ceriale?
“Alcuni hanno utilizzato le consultazioni con la cittadinanza, importantissimi strumenti d’ascolto, come tribuna politica, dando spesso vita a sterili polemiche. Non so dove siano stati ricavati questi dati ma posso confermare che la nostra amministrazione considera l’area tra viale Otto marzo e Ceriale come di grande pregio per l’agricoltura che è una filiera economica insostituibile per la nostra città e non ci verrebbe mai in mente di andare a intaccarla e comprometterla con la creazione di quartieri residenziali o simili. Ci sono alcuni paletti fermi, uno di questi è proprio la fondamentale importanza della filiera agricola. A dimostrazione di ciò posso citare la questione del porto che, proprio per non compromettere quest’area, è ora previsto dal piano della costa nella zona antistante il seminario. Dobbiamo valorizzare ciò che abbiamo: Albenga possiede un centro storico monumentale unico nel suo genere e non è previsto nessun insediamento abitativo aggiuntivo”.
– Oltre al porto ci sono altre importanti opere che vanno avanti?
“Certamente sì. Da un lato c’è il PUC ma dall’altro ci sono importanti realtà che stanno progredendo; penso al discorso legato all’Ortofrutticola, alla realizzazione del polo scolastico, al completamento dell’ospedale ed alla conversione delle aree delle ex caserme. Tornando alla questione del porto posso già anticipare che ci sono alcuni soggetti istituzionali disposti ad investire: alcuni istituti economici, che sono già intervenuti su strutture portuali, si sono detti molto interessati a questo progetto. Ho inoltre avuto, proprio in questi giorni, contatti con l’assessore regionale all’urbanistica, Carlo Ruggeri, per discutere dei progetti preliminari e decidere se agire in concessione demaniale o come project financing, anche se quest’ultimo ha recentemente perso un po’ di efficacia”.
– Quale città emerge dagli incontri realizzati per discutere del PUC?
“Emerge un atteggiamento molto attento nei confronti della qualità della vita: i cittadini chiedono una città a misura d’uomo ed una sua valorizzazione. Credo che, se al nuovo piano urbanistico si affiancano importanti infrastrutture, come quella del porto, Albenga farà il salto che merita, spronata dal suo forte tessuto economico”.

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